Rimpasto e Consiglio: M5S, Mas ed ex alleati contro sindaco e Pd

Da destra e da sinistra si susseguono le prese di posizione, anche di esponenti e movimenti esterni all’assise, sul rimpasto di governo e sull’ultimo infuocato consiglio comunale che ha di fatto sancito una spaccatura nella maggioranza (i due ex assessori sfiduciati Mimmo Quarta, di Fratelli d’Italia, e Noemi Puce, dell’Udc, hanno costituito un gruppo autonomo).

I grillini si dicono “sconcertati e delusi”. “Ad un anno dalle elezioni, riteniamo - afferma una nota di Monteroni5Stelle - che gli elettori siano stati raggirati con la promessa di una Monteroni migliore. Invece è la solita guerra delle poltrone, la solita vecchia politica. Il Pd mirava sin dall’inizio ad accaparrarsi quanto più poltrone possibili, mentre i partiti alleati rivendicano accordi pre-elettorali, vogliono i posti in giunta per piazzare le loro bandierine e Monteroni vive un ulteriore periodo di degrado. E l’ultimo consiglio comunale ha confermato che ai politici monteronesi non importa nulla dei propri concittadini. La nostra sindaca, nonostante avesse dichiarato il contrario, si è sottomessa alle logiche partitiche e ai diktat delle segreterie. D’ora in avanti - sostengono i pentastellati - il paese vivrà l’ennesimo periodo di stallo amministrativo”. Quindi l’appello ai cittadini: “Indignatevi”.
Intanto, Diego Mancarella, tesserato di Fratelli d’Italia e primo dei non eletti della lista Cambia Monteroni, esprime “solidarietà agli ex assessori Quarta e Puce” e incalza il nuovo esecutivo: “Non posso che manifestare rabbia e sgomento - dice - nei confronti del sindaco e degli assessori che hanno accettato senza batter ciglio gli incarichi assessorili, non mantenendo gli accordi presi con tutti i componenti della lista e con le segreterie dei partiti. Viene così ignorato il consenso determinante - sostiene Mancarella - dei tantissimi elettori che, tra Udc e centrodestra, hanno portato 2208 voti rispetto ai 4348 totali, e rispetto ai quattro componenti Pd che hanno avuto consensi solo per 2091 preferenze e che oggi però ricoprono tutti e quattro incarichi assessorili o istituzionali. Qualcuno chiede responsabilità ai malpancisti ma, forse, l’appello andrebbe fatto al sindaco che ancora potrebbe fare un passo indietro pur avendo creato il caos totale. A un anno dalle elezioni - rimprovera l’esponente di Fdi - nessun incontro, nessun coinvolgimento dei cinque candidati non eletti della lista vincente, nessuna discussione con i cittadini sulle azioni politiche, nessuna sede per riunirci come promesso in campagna elettorale; le decisioni sempre e solo in mano a poche persone”.
E infine, secondo il Mas “Monteroni cambia… in peggio”. Il consiglio comunale del 27 luglio ha messo a nudo quello che la classe politica cittadina ha prodotto in quest’ultimo anno. L’amministrazione nata a valle, e sulle macerie, della sfiducia a Lino Guido subisce il primo colpo perdendo pezzi. Una vicenda le cui cause - sostiene Ernani Favale, a nome del movimento “Monteroni a sinistra” - sono da ricercare al di fuori del cerchio dei consiglieri comunali. In aula si è parlato di accordi pre-elettorali non rispettati, di dinamiche politiche dannose, di risposte non date e di tanto altro ancora. Intanto, la politica è stata letteralmente violentata e messa all’angolo, in linea con quanto accaduto con una composizione delle liste improntata solo sulla conta dei voti”. Per il Mas da questa vicenda escono sconfitti soprattutto i cittadini che si erano fidati della novità, ma anche il sindaco Storino per la poca chiarezza con cui ha comunicato la vicenda alla popolazione ad al Consiglio, i due ex assessori, agnelli sacrificali di liti e contrasti tra dirigenti politici, nonché l’intera maggioranza e chi si è fatto promotore di un percorso scientifico, come ama definirlo qualcuno, che ha portato al governo la lista Cambia Monteroni. Ma la città - prosegue il Mas - soffre anche per le scelte politiche sbagliate delle passate amministrazioni. Non bastano i contenitori, servono soprattutto i contenuti. Ben vengano tutte le opere finanziate e compiute che ogni volta vengono elencate dai banchi delle opposizioni. Ma la comunità ha bisogno delle condizioni necessarie affinché si possa vivere il territorio. E su questo forse nessuno ha raggiunto l’obiettivo. La comunità deve ritornare a interessarsi di Politica, se vuole veramente cambiare le sorti di un paese straziato dalla sua stessa apatia”. 

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