Il Salento nel look di Sanremo, Giada Zappa è la stylist dei Pinguini Tattici Nucleari: ‘Emozione unica’

Il look di Sanremo parla anche salentino. Una giovane stylist monteronese veste infatti i Pinguini Tattici Nucleari, la band che sta facendo ballare il pubblico del 70esimo Festival al ritmo della canzone “Ringo Starr”. Il suo nome è Giada Zappa, 26 anni.

È lei la fashion stylist che cura l’immagine e sceglie l’outfit dei “Pinguini”, giovane gruppo musicale nato nel bergamasco e che mercoledì sera ha debuttato sul palco dell’Ariston. Quello che i sei componenti della band hanno indossato e indosseranno nelle apparizioni di Sanremo, come in ogni evento pubblico, lo decide la ragazza salentina.

Lo stylist è un’importante figura professionale nel mondo della moda, che tuttavia non c’entra nulla con lo stilista. Non crea abiti, ma li mette insieme: seleziona i vestiti per gli artisti, sceglie gli accessori, decide gli abbinamenti. E questo è il mestiere della giovane di Monteroni, che da sette anni vive e lavora a Milano, dove ha frequentato lo Ied (l’istituto europeo di design). La sua famiglia è proprietaria dello storico bar Piper di piazza della Repubblica. E in questi giorni, Giada Zappa è entrata ad occhi aperti nel sogno del Festival dei festival. La giovane è assistente fashion stylist per Vanity Fair e nello scorso settembre, oltre all'amicizia col frontman Riccardo Zanotti, è nata anche la collaborazione artistica con i Pinguini. Tra i precedenti lavori, oltre alle campagne per alcuni brand, ha “vestito” tra gli altri anche l’attore Giuseppe Maggio. La 26enne si occupa quindi della “direzione” degli abiti. Un ruolo strategico per ogni artista. Per chi calca infatti il palco di Sanremo, la perfomance canora deve necessariamente viaggiare a braccetto col look. Insomma, si vince e si buca lo schermo anche con l’outfit oltre che con la voce e la musica.

Giada, a metà dicembre, quando il gruppo ha avuto l’ufficialità di far parte dell’avventura sanremese, è partito il countdown. Ora che sei dentro il Festival che cosa si prova?
È l’esperienza più bella della mia vita. È un mondo di festa, felicità ma anche di grandissima professionalità e serietà. Si lavora da mattina a notte, ma le emozioni che si vivono a Sanremo sono davvero uniche. All'inizio, quando abbiamo avuto la certezza di essere dentro al Festival, l’ansia si è fatta sentire, anche perché per uno stylist vestire un singolo è già una bella sfida, figuriamoci curare contemporaneamente il look di un gruppo di sei artisti che deve calcare il palco di Sanremo. È una grande responsabilità che sento tutta e che affronto ogni giorno col sorriso. 

Per i momenti clou, cioè le quattro serate sul palco, i Pinguini vestono Dolce&Gabbana. Con una sorpresa per ogni apparizione. Su cosa hai puntato per il loro look?
Penso alla loro immagine e creo un mondo intorno. Sono sei ragazzi molto diversi anche fisicamente. Cerco di mantenere uno stile molto riconducibile al singolo, ma nei colori ad esempio sono molto abbinati e legati tra loro. Per questo ho cercato un fil rouge che li rendesse band alla prima occhiata, mantenendo però le singole diversità. Il look dei Pinguini riprende un outfit iconico: mi sono lasciata guidare da alcune immagini dei Beatles, anche perché il titolo della canzone “Ringo Starr” dice tutto sulla fonte di ispirazione della band. Ma il brano, più che ai Beatles, è riferito proprio alla figura di Ringo Starr: i ragazzi si rivedono molto in lui, come uno degli ultimi, perché anche tra i Beatles lui era sempre quello un po’ più in ombra degli altri.

Decidere come far vestire una band sul palco di Sanremo è una grande responsabilità…

Il palco di Sanremo è un’istituzione, c’è un galateo della bellezza estetica da rispettare: per il gruppo ho per questo mantenuto uno stile sartoriale e quindi classico ma con dettagli pop, ad esempio i ragazzi hanno utilizzato sul palco anche le sneakers e non solo le scarpe da sera. Ci saranno colori tenui, ma anche accenni vivaci, come nella cover di giovedì sera, per mostrare la loro dualità: rispetto cioè per un palco che potremmo definire sacro e rispetto della loro indole di giovani outsider, magari un po’ pazzerelli. È emblematico peraltro il titolo del loro ultimo album “Fuori dall'hype”. Quindi, anche i loro outfit sono fuori dall’hype, fuori dalle tendenze, dagli schemi e da quel mondo che impone all'artista di essere parte di uno stereotipo.

Cosa dobbiamo aspettarci per la finale di sabato, cioè per questa sera?
Non posso svelarlo, ma posso dire che sarà un outfit epico. Qualcosa di divertente. Vogliamo essere divertenti e leggeri. Siamo una squadra di giovani, più o meno quasi tutti coetanei. E crediamo in questo progetto. Il nostro Sanremo è una bella scommessa. Quello dei Pinguini è un pezzo radiofocinico, pop, un pezzo che si balla e che potrebbe diventare un tormentone. Loro sono degli outsider e quindi sono molto tranquilli. C’è la voglia di ottenere risultati importanti, soprattutto a livello umano e personale prima ancora che artistico. Tramite il fotografo e mio caro amico Giuseppe Palmisano, il mio destino ha incrociato quello dei Pinguini. E ora mi ritrovo in questa avventura. Riccardo Zanotti, il frontman del gruppo, e tutti i musicisti della band sono artisti e ragazzi straordinari. 

Una passione che è diventata una professione. Giada, come è nata quindi l’idea di diventare stylist?
È una parola forte, ma per me è stata una vocazione. Ho sempre avuto un’empatia per i vestiti e la moda, creando abbinamenti e scegliendo gli abiti per me sin da bambina. Sin da quando ero piccola infatti volevo sempre vestirmi da sola, mai farmi vestire dagli altri. Poi, durante l’adolescenza, tramite il web ho capito che questa passione poteva diventare un lavoro. Sono quindi sbarcata a Milano. E dopo il corso per fashion staylist allo Ied, ho cominciato a lavorare. È una professione che si basa molto sulla ricerca, si impara molto con la pratica, guardando le sfilate, cogliendo le tendenze che attraversano le varie fasce d’età. Occorre grande spirito di osservazione: è necessario lasciarsi ispirare da tutto ciò che si vede.

 

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