Il rimpasto. Storino: “Ho agito scrollandomi di dosso le logiche politiche”

Il sindaco vara il rimpasto e rompe il silenzio dopo una settimana di “crisi” amministrativa. E conferma di aver agito “scrollandosi di dosso le logiche politiche”.

Escono dall’esecutivo, come è noto, Noemi Puce (Udc) e Mimmo Quarta (Fratelli d’Italia). Al loro posto due esponenti Pd, Antonio Madaro e il capogruppo Vincenzo Toma, vicesegretario provinciale dem. Ecco la giunta “Storino-bis”: riconfermati il vicesindaco Sonia Martino (servizi sociali) e gli assessori Tommaso Leucci (lavori pubblici e beni culturali), Piero Favale (urbanistica e protezione civile); poi le due new-entry Antonio Madaro (cultura, spettacolo, attività produttive, commercio, promozione del territorio, sport e associazionismo) e Vincenzo Toma (bilancio e programmazione, igiene urbana, attuazione del programma, personale), che con ogni probabilità resterà anche capogruppo di maggioranza. Le deleghe ai singoli consiglieri saranno assegnate più in là.

Ecco, intanto, le motivazioni e le valutazioni del sindaco Angelina Storino racchiuse in una nota di Palazzo di Città
“Cari concittadini, sento il dovere, con la semplicità e la schiettezza - scrive il primo cittadino - che da sempre mi contraddistinguono, di chiedere scusa per il subbuglio generato in questa settimana e per il silenzio che ne è seguito. Un silenzio che, purtroppo, come spesso accade, è stato riempito da illazioni e cattiverie sul mio conto dai contenuti diffamatori e inaccettabili, alle quali,  però, non intendo dare adito e seguito perché le ritengo figlie di un modo di fare politica che non mi appartiene”, dice Storino, facendo riferimento alle accuse del gruppo di opposizione “Volontà Popolare” che parlava di “una cellula esterna al consiglio” che guida le decisioni del sindaco. “L'azzeramento della giunta decretato lo scorso giovedì - spiega il sindaco - è stato sicuramente un atto improvviso e inaspettato anche all'interno della stessa maggioranza, ma non credo lo si possa ritenere un atto prematuro o poco meditato, perché è stato, invece, un atto maturato alla luce di più di un anno di operato amministrativo. Quella dell'azzeramento di tutte le deleghe è stata una mia libera e personale, seppur sofferta, decisione scaturita dalla presa di coscienza che era arrivato il momento di rimodulare l'intera attività amministrativa in funzione degli obiettivi da raggiungere”. Storino poi parla di giorni di “profonda riflessione e valutazione” in cui “ho cercato di scrollarmi di dosso la logica dei partiti e andare oltre le dinamiche politiche, focalizzando la mia attenzione sui punti cardine ed imprescindibili da cui partire per poter ricostruire la nuova giunta nel migliore dei modi”. Poi mette in chiaro che le sue decisioni, l’azzeramento della giunta e i criteri di ricomposizione dell’esecutivo, “non sono atti punitivi o prese di posizione personali. Sento, infatti, di dover ribadire a gran voce tutta la stima ed il rispetto che nutro verso i miei assessori e consiglieri indistintamente; rispetto e stima che alcuni di loro spesso non si sono visti riconoscere dai loro stessi partiti, i quali hanno usato i loro nomi e cognomi solo come tessere, pedine e numeri. Fortunatamente questo modo di fare non mi appartiene, né mai mi apparterrà. Ritengo, invece, che la volontà e la libertà dell'individuo, anche se istintiva o impulsiva, debba essere sempre esercitata fino in fondo, senza mai reprimerla all'interno dei giochi di partito. Adesso ci aspetta un duro lavoro. E per questo chiederò a tutti di dare una mano. Con l'unico fine - afferma Storino - di dare ai nostri concittadini le risposte che aspettano ormai da troppi anni”

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