Reazioni alla crisi. Il Pd con la Storino ma bacchetta gli ex sindaci

Dopo giorni di bocche cucite all’interno di una maggioranza chiusa a riccio e spiazzata dall’improvviso azzeramento di deleghe e incarichi, il Pd fa quadrato attorno alla sindaca Angelina Storino, finita nel mirino delle opposizioni.

E mentre a Palazzo di Città scorre la verifica amministrativa che porterà al varo di una nuova giunta, il partito di Renzi (una delle principali forze della coalizione eterogenea) dà carta bianca al primo cittadino e bacchetta gli ex sindaci.
Ribadiamo piena fiducia, in termini personali e politici, nella figura del sindaco Storino, con la quale siamo onorati di collaborare e di aver intrapreso questo percorso più di un anno fa”, afferma in una nota Luca Guido, commissario cittadino del circolo Pd “Enrico Berlinguer” di Monteroni. “Proprio in nome di questa fiducia e del rispetto nella persona crediamo che le scelte compiute negli ultimi giorni e quelle che verranno rientrino nell’ottica di miglioramento dell’azione amministrativa, con l’unico scopo - è l’analisi della “crisi” elaborata dal commissario “dem” - di lavorare nelle migliori condizioni possibili per garantire ai monteronesi servizi, decoro e sviluppo, avendo come unica stella polare l’interesse pubblico. Garantendo, naturalmente, un governo nel rispetto delle volontà degli elettori e all’interno della propria lista di elezione. Ciò non è stato storicamente rispettato dai capi delle opposizioni, nonché ex sindaci, che in questi ultimi giorni hanno tanto da parlare”, è l’attacco che il Partito Democratico monteronese sferra ai leader della minoranza, ovvero ai predecessori della Storino che rispondono ai nomi di Lino Guido (Volontà Popolare) e Marcello Manca (Città attiva). “Vorremmo ricordare che le precedenti amministrazioni guidate - sostiene Luca Guido - dagli ‘illustri statisti contabili’ che ora siedono in opposizione sono state caratterizzate in ordine temporale da ribaltoni con successiva sfiducia anche da parte dei ribaltonisti e una sfilza di rimpasti e dimissioni che hanno portato a concludere il primo mandato con un consigliere comunale in meno e il secondo dopo appena un anno e mezzo. Citando De Andrè, si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio”.

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