Centrale biometano, ricorso al Tar contro il No della Provincia. L’ultima parola ai giudici

La “Par srl” ricorre al Tar e rilancia la sfida. Si riapre dunque la partita sulla realizzazione della “centrale”. E dopo il lungo pingpong della conferenza dei servizi, il braccio di ferro si sposta ora su ben altri tavoli.

Saranno infatti i tribunali della giustizia amministrativa a dire l’ultima parola su una vicenda che tiene banco da oltre due anni (LEGGI ARTICOLO - Storia biometano).

Il ricorso è stato notificato qualche giorno fa ai vari enti coinvolti: Provincia, Regione, amministrazione di Monteroni a comuni limitrofi (come Carmiano, Arnesano e Copertino), Union3 e tutti i soggetti della conferenza dei servizi, come Arpa, Asl, Soprintendenza, Vigili del fuoco e altri ancora.  

Dunque, è l’ora delle carte bollate e della battaglia legale. Uno scontro in tribunale che con tutta probabilità non si fermerà alle aule del Tar, ma approderà in ogni caso anche davanti al Consiglio di Stato, l’organo supremo della giustizia amministrativa.

E toccherà quindi ad una sentenza decidere sulle sorti del progetto, presentato nell’aprile del 2014 dalla “Par srl”, che prevede la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti per la produzione di biometano all’interno dell’ex fabbrica Cito, nei pressi della stazione di Monteroni.

La società proponente, proprio allo scadere dei termini, ha impugnato il formale diniego espresso lo scorso novembre dalla Provincia di Lecce che, a conclusione dell’iter della conferenza dei servizi, ha negato l’autorizzazione integrata ambientale: cioè ha detto “no” alla realizzazione dell’impianto (LEGGI ARTICOLO).

In merito al rigetto dell’istanza, sono risultati decisivi soprattutto i pareri contrari di Asl, Arpa e Soprintendenza.

A “blindare” il diniego, il principio di precauzione sui rischi per ambiente e salute, insieme ad altre principali censure mosse al progetto come la qualificazione dell’impianto (di compostaggio più che biologico), l'immediata vicinanza alle abitazioni, la presenza a 700 metri di una zona ad espansione edilizia, l’assenza di prossimità territoriale (cioè l’indisponibilità comunicata dai comuni dell’Union3 a conferire rifiuti nel sito).

Rilievi più volte contestati dai progettisti della Par srl, gli ingegneri Roberto Licignano e Roberto Paladini, che hanno sempre rivendicato “la validità e la sicurezza di un impianto a basso impatto ambientale che meccanizza un fenomeno naturale, senza inquinamento e senza odori”. Concetti illustrati dalla stessa società tramite una brochure diffusa porta a porta, a Monteroni, esattamente un anno fa.

Il progetto, come è noto, ha diviso il paese e infuocato gli animi. Il fronte del No è sceso in campo con una lunga mobilitazione popolare avviata dall’intero Consiglio comunale di Monteroni e dal Comitato NoCentrale: cortei e assemblee in paese, manifestazioni e sit-in di protesta ai piedi della Provincia.

Tuttavia, l’ex stabilimento Cito è finito al centro dell’attenzione anche per il grave problema dell’amianto presente nelle coperture (circa un ettaro di superficie): risale allo scorso 21 novembre l’ispezione compiuta da Asl, Comune e Polizia Municipale (LEGGI ARTICOLO)  

Intanto, il ricorso della Par “azzera” la vittoria del fronte del No “conquistata” sul tavolo della conferenza dei servizi. Ora si apre una nuova (e lunga) partita, che sarà giocata solo da giudici e avvocati.

Ma Comitato e amministrazione rilanciano la battaglia a tutto campo.

Nei prossimi giorni, infatti, il Comune di Monteroni formalizzerà la decisione di resistere in giudizio e conferirà incarico legale ad un amministrativista.

“I promotori - commenta l’assessore all’urbanistica Piero Favale - possono stare tranquilli: l’impianto non si farà, il parere emesso dalla stessa Regione Puglia in merito alla qualificazione  e alla realizzabilità dello stesso è piuttosto chiaro. Gli enti preposti hanno illustrato con estrema fermezza e precisione l’illegittimità del progetto, che qualcuno peraltro stava cercando di calare dall’alto”.

“Questo ricorso - sostiene l’ingegnere Ernani Favale, del comitato “No Centrale” - non ci sorprende, visti gli interessi in ballo. Noi non molliamo. Il Tar sarà solo una tappa interlocutoria. Stiamo già pensando al Consiglio di stato, mentre qualcuno l’estate scorsa parlava in maniera avventata di partita ormai chiusa”.

“Nessun passo indietro” anche per il sindaco di Monteroni Angelina Storino: Continueremo la nostra battaglia in tutte le sedi con un unico obiettivo: la difesa del nostro ambiente e del nostro territorio”.

 

 

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