Biometano, la Conferenza dei Servizi dice “no”

Decisivi i pareri contrari di Asl, Arpa e Soprintendenza. Sit-in degli attivisti ed esultanza da stadio per l’esito della Conferenza dei servizi. Ma la partita non è ancora chiusa: resta aperta la strada dei ricorsi.

Il fronte del “No” vince la partita della Conferenza dei servizi. Ma è non detta ancora l’ultima parola. In queste ore è arrivato lo stop degli enti preposti al rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale per l’impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti per la produzione di biometano previsto in una ex fabbrica nei pressi della stazione di Monteroni. Una bocciatura che fa cantare vittoria all’amministrazione comunale di Monteroni, al ComitatoNoCentrale e agli attivisti che hanno presidiato con un animato sit-in l’ingresso della sede della Provincia di via Botti, a Lecce, per tutta la durata della Conferenza. Un centinaio di manifestanti armati di fischietti, megafoni, bandierine, striscioni e tamburelli che hanno poi salutato con un’esultanza da stadio l’esito del tavolo degli enti. Presenti esponenti di maggioranza e opposizione. Nei giorni scorsi, al culmine di una mobilitazione durata un anno e mezzo, tra le vie di Monteroni erano scesi in strada in 400 per dire “no” alla centrale: una marcia partita dall’area mercatale e poi approdata in piazza Falconieri.
Si chiude, dunque, la Conferenza dei servizi e si apre il “procedimento di diniego”, durante il quale la “Par srl” potrà presentare controdeduzioni. Poi arriverà il “verdetto” ufficiale della Provincia di Lecce. Ma dopo il braccio di ferro sul progetto, con tutta probabilità si aprirà un’altra partita nei tribunali della giustizia amministrativa, tra Tar e Consiglio di Stato. La vicenda non è ancora al capolinea, ma la strada per il fronte del No, che da mesi ha lanciato la mobilitazione, diventa in discesa. A pesare sulla decisione, i pareri contrari di Asl, Arpa e Soprintendenza. Principio di precauzione sui rischi per ambiente e salute, qualificazione dell’impianto (di compostaggio più che biologico), vicinanza alle abitazioni e la presenza a 700 metri di una zona ad espansione edilizia: queste le motivazioni principali del diniego. Osservazioni contestate dai progettisti, gli ingegneri Pietro Licignano e Roberto Paladini, e dallo staff di tecnici e consulenti. E non sono mancati gli scambi polemici soprattutto col sindaco di Carmiano e presidente dell’Union3, Giancarlo Mazzotta.
Al termine dei lavori, il dirigente del settore ambiente, l’ingegnere Dario Corsini, ha legato l’esito negativo anche alla carenza di prossimità dovuta alla decisione dei comuni limitrofi di non conferire rifiuti nel sito.

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