Il progetto sperimentale "casa dello studente diffusa", proposto da Adisu Puglia, non mette proprio tutti d’accordo. L'operazione, discussa anche in regione dall’assessore Sebastiano Leo, consentirebbe difatti l’affitto di abitazione private per l’erogazione di un servizio pubblico, ossia quello di garantire un alloggio a studenti meritevoli e in determinate situazioni reddituali. Una proposta che ha fatto parecchio discutere, tra chi pensa che questa soluzione non potrebbe far altro che penalizzare alcuni campus universitari già esistenti o pronti per l’utilizzo.
Nelle ore successive, dunque, non si sono fatti attendere i pareri discordanti. A questi si sono aggiunte anche le parole di Davide Manfreda, monteronese del comitato per la gestione degli impianti sportivi dell’Unisalento: “Un fulmine a ciel sereno – commenta Manfreda - La proposta dell’assessore Leo è assolutamente fuori rotta rispetto a quella che pensavamo essere la linea con la quale gestire il diritto allo studio. È un progetto che evidentemente non tiene conto di due fattori di primaria importanza: non è necessario che un servizio pubblico venga erogato da privati gestiti da un intermediario immobiliare e soprattutto non capiamo che futuro possa avere il collegio “Mazza”. Monteroni infatti si è dotata di un nuovo campus per gli studenti, sito in via Trento, realizzato e fondamentalmente pronto all’uso, con questa proposta rimarrebbe chiuso, con uno spreco di oltre 2 milioni di euro”.
E poi l’appello al comune di Monteroni: “Come rappresentanti degli studenti – conclude - chiediamo che anche l’amministrazione comunale faccia sentire la sua voce per evitare questo incredibile spreco di risorse pubbliche”.
