Mons. Semeraro all'Omelia delle Ceneri: Dio non ascolta la voce ma il desiderio

“La Quaresima – scrive il monteronese Mons. Marcello Semeraro nell'omelia di inizio Quaresima -  deve essere il tempo dei nostri incontri speciali con Dio; il tempo in cui noi gli riserviamo la nostra preferenza, gli dedichiamo più ascolto e ci confidiamo con lui.

Gesù oggi dice: fratello, sorella c’è un luogo che il Padre tiene riservato per te: egli, anzi, è già lì ad aspettarti. Ti vuole bene. Ha per te un amore simile a quello che tiene in serbo per me”.

Ecco dunque nuovi spunti di riflessione e di meditazione dall'omelia che il Vescovo di Albano Marcello Semeraro ha pronunciato nella sua Cattedrale durante la celebrazione eucaristica che nel primo giorno di Quaresima prevede il rito penitenziale delle Sacre Ceneri. TgMonteroni vi propone il testo integrale.

 

  1. Duecento anni prima della nascita di Gesù visse a Gerusalemme un sacerdote di nome Simeone. Tutti lo stimavano saggio e perciò lo soprannominarono «giusto». Egli soleva dire che il mondo intero si regge su tre pilastri: la Legge di Dio, il culto e le opere di misericordia (cfr Pirqè Avot I,2). Studiare la Legge di Dio (la Torà, come la chiamano gli ebrei) significa volere conoscere la volontà di Dio. Domenica prossima, ascolteremo dalle labbra di Gesù che noi viviamo se ci nutriamo della parola che esce dalla bocca di Dio (cfr Mt 4,4). C’è poi il culto e allora si trattava di quello esercitato nel Tempio; Gesù, però, mostra di preferirne un altro, come dirà alla donna Samaritana: «i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4,23). Anche questo lo risentiremo e sarà nel vangelo della terza domenica di quaresima. Ci sono, infine, le opere di misericordia e queste, come dice il profeta Osea, valgono più di ogni altra offerta (cfr 6,6).

Gli studiosi del testo sacro spiegano che quando raccomandava l’elemosina, la preghiera e il digiuno Gesù pensava probabilmente a queste tre colonne che sorreggono il mondo. Abbracciano l’insieme delle nostre relazioni: con Dio, con gli altri, con il mondo e le cose. Sotto questo profilo sono davvero i pilastri della terra, per dirla col titolo di un noto romanzo.

Ma cosa è che sostiene veramente il mondo? Un testo ebraico ritrova nella Scrittura tutti i luoghi ci sono date delle indicazioni, ma poi conclude che «il mondo poggia su di un solo fondamento e il suo nome è: giusto» (Talmud babilonese: Chagigàh 12b). Questo perché in Prov 10,25 si legge che «il giusto resta saldo per sempre».

  1. Oggi, però, cosa vuole dirci Gesù? Nel racconto evangelico abbiamo ascoltato una ripetizione che riguarda Dio: egli è nel segreto (lett: nel nascosto); egli vede nel segreto. Questa ripetizione potremmo coglierla come un segnale. Tutto il brano, difatti, è articolato sulla contrapposizione tra esteriorità e interiorità, tra pubblicità e segretezza, tra chiasso e silenzio.

Dio, però, non sta nell’esteriorità, nel clamore, nell’apparenza. Il suo luogo è la parte più nascosta, più riservata; il suo luogo è quello dove l’accessibilità è solo per le persone fidate, per quella cui si vuole bene, per chi ci vuole bene.

Tutti noi, almeno da bambini, magari da adolescenti… abbiamo cercato un «angolo» solo nostro; era il nostro rifugio segreto… Cerchiamo di ricordare! Quel luogo lo abbiamo confidato, forse, soltanto a un amico. Perfino mamma e papà li abbiamo tenuti all’oscuro di quel segreto! Solo all’amico, solo all’amica.

  1. Questo luogo nascosto dove è Dio somiglia alla «cella vinaria» dove è introdotta la sposa del Cantico (cfr 2,4). Si tratta, allora, del luogo dell’incontro e dell’intimità. Intendo dire che la Quaresima deve essere il tempo dei nostri incontri speciali con Dio; il tempo in cui noi gli riserviamo la nostra preferenza, gli dedichiamo più ascolto e ci confidiamo con lui.

Gesù oggi dice: fratello, sorella c’è un luogo che il Padre tiene riservato per te: egli, anzi, è già lì ad aspettarti. Ti vuole bene. Ha per te un amore simile a quello che tiene in serbo per me.

«Il Padre tuo è nel segreto… il Padre tuo che vede nel segreto…»: queste parole conclusive della pagina del vangelo un autore medievale, Oddone di Cluny, le commenta così: «quello che Dio ascolta nel segreto non sono le tue parole, ma i tuoi desideri» (Moralia in Job XXII, 21: PL 133, 370).

Quaresima è il tempo per confidare a Dio i nostri desideri. Penso che tra i migliori interpreti di questo stare con Dio nel segreto sia sant’Agostino il quale, commentando un salmo diceva: «Il tuo desiderio è la tua preghiera; se continuo è il desiderio, continua è la preghiera. Se non vuoi interrompere la preghiera, non cessar mai di desiderare. Il tuo desiderio continuo sarà la tua voce continua. Tacerai se cesserai di amare» (Enarr. in Ps. 37,14: PL 36, 404).

 

Nella foto: Papa Francesco impone le Ceneri al Card. Salvatore De Giorgi, salentino di Vernole

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