100x100 - SUPERBRAVI DI CASA NOSTRA
Ecco la “Carica dei 100”. Gli esami di maturità si sono appena conclusi. E con una serie di interviste conosciamo i “superbravi” di Monteroni che si sono diplomati con il massimo dei voti. Per scoprire insieme chi sono le giovani eccellenze: sogni, emozioni, ambizioni e passioni dei nostri “geni”. E soprattutto che cosa c’è nel futuro, tra prospettive universitarie e professionali, dei monteronesi doc che con impegno e sacrifici si sono fatti valere nel loro percorso di studi. (m.c.)

(Appello ai lettori: per segnalare gli studenti di Monteroni che hanno preso 100 alla maturità scrivete a info@tgmonteroni.it)

La carica dei 100. Francesca Manca e la sua missione: “Fare l’oncologa”

Alla scoperta delle giovani eccellenze monteronesi: la terza tappa di questo viaggio è dedicata a Francesca Manca. Nata a Campi Salentina il 3 aprile 1997, vive a Monteroni. Si è appena diplomata con 100/100 al Liceo Classico Statale “Giuseppe Palmieri” di Lecce. Ecco l’intervista.

Francesca, complimenti per il risultato. Cosa porterai con te di questi cinque anni di liceo e come si arriva a prendere 100?
Io son sempre stata convinta che l’impegno ed i sacrifici prima o poi vengono ripagati ed il merito viene riconosciuto. Ammetto che tante volte avrei voluto mollare perché mi son trovata a fronteggiare anche aspetti negativi legati all’ambiente del Palmieri. Ma non ho voluto rinunciare ed ho continuato. Ho constatato sulla mia pelle la frase fatta “le difficoltà ci rendono più forti”. È proprio vera. Questi anni di liceo mi hanno lasciato molta più tenacia e fiducia in me stessa. 

Parlaci delle tue passioni…
Da sempre amo disegnare e scrivere, e soprattutto quest'ultima è la passione che ho coltivato con più costanza negli anni, grazie agli stimoli e all’incoraggiamento dei miei insegnanti. 

Qual è il tuo libro preferito? E l’ultimo che hai letto?
Amo molto leggere. Il mio libro preferito è, senza dubbio, “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano. L’ultimo che ho letto è “Una vita violenta” di Pier Paolo Pasolini. 

Mentre, il tuo film preferito? E l’ultimo che ha visto?
Il film preferito… ti direi “La vita è bella” di Benigni. I pianti sono assicurati ogni volta. L’ultimo che ho visto al cinema è “Interstellar”. 

Tornando al tuo futuro, cosa ti attende adesso?
Ho scelto di frequentare la facoltà di Medicina e mi sto già preparando per il test di ammissione. La mia prima scelta è l’Università di Parma, ma in Italia ce ne sono molte altre di ottimo livello. 

Domanda cult: cosa vorresti fare da grande?
Credo che ognuno di noi, in modo diverso, abbia un potenziale inesauribile. Ognuno di noi può diventare quella goccia nell'oceano che potrà sembrare piccola, ma è essenziale. C'è chi sente di dare il suo “tanto” con la musica, chi scrivendo, chi insegnando, e così via. Io mi sono chiesta a lungo quale fosse il mio modo di dare qualcosa agli altri. Ho capito di non volermi sentire impotente, come spesso è successo, davanti al dolore altrui. In risposta a questo limite ho scelto Medicina e mi piacerebbe fare l’oncologo. Sono consapevole che essere medico è una grande responsabilità e anche che questo “compito” non mi farà superare quel limite, ma il senso di questa mia scelta è racchiusa nelle parole di Patch Adams nell'omonimo film: “Se si cura una malattia, si vince o si perde; ma se si cura una persona, vi garantisco che si vince, si vince sempre, qualunque sia l’esito della terapia”. Se da grande riuscirò a diventare medico questo sarà il mio approccio verso gli altri e il risultato sarà la mia goccia nell’oceano. 

E dove immagini la tua vita familiare o professionale? Qui o altrove?
Proprio adesso non costruirei qui le basi per la mia futura vita familiare o lavorativa, sia perché vorrei spostarmi e viaggiare il più possibile, fare esperienze anche e soprattutto all’estero, sia perché il mio paese attualmente offre poco ai giovani e mi dispiace. A Monteroni conosco molti ragazzi della mia età con grandi idee, ambiziosi, brillanti, ma anche loro sono mortificati da un paese che non li stimola. Non mi dispiacerebbe tornare qui per cercare di cambiare le cose insieme ad altri che la pensano come me, perché se è vero che noi giovani siamo il futuro, allora Monteroni potrebbe averne sicuramente uno migliore e più dignitoso fra qualche anno.

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