100x100 - SUPERBRAVI DI CASA NOSTRA
Ecco la “Carica dei 100”. Gli esami di maturità si sono appena conclusi. E con una serie di interviste conosciamo i “superbravi” di Monteroni che si sono diplomati con il massimo dei voti. Per scoprire insieme chi sono le giovani eccellenze: sogni, emozioni, ambizioni e passioni dei nostri “geni”. E soprattutto che cosa c’è nel futuro, tra prospettive universitarie e professionali, dei monteronesi doc che con impegno e sacrifici si sono fatti valere nel loro percorso di studi. (m.c.)

(Appello ai lettori: per segnalare gli studenti di Monteroni che hanno preso 100 alla maturità scrivete a info@tgmonteroni.it)

100x100. Irene, lode in tasca e nel cassetto tanti viaggi e sogni d'alta moda

La “Carica dei 100”: quarta tappa dedicata a Irene Centonze. Nata a Copertino l’1 Ottobre 1998, vive a Monteroni. Si è appena diplomata con 100/100 e “Lode” al Liceo Artistico e Coreutico “Ciardo-Pellegrino” di Lecce. Ecco l’intervista.

Irene, complimenti per il risultato, cosa porterai con te di questi cinque anni di liceo?
Concludere il liceo non è cosa da poco. Soltanto alla fine ti rendi conto dell’importanza. E’ una fetta della mia vita che ricorderò molto volentieri in futuro. L’ho vissuta amando quello che ho studiato, creando un buon rapporto con tutti e sviluppando delle amicizie che continuano sino ad oggi. Non dimenticherò mai i piccoli insegnamenti dei professori, poiché nulla dev’essere chiuso a chiave nelle parti più recondite della nostra mente. Tutto ha un significato e un peso.

Come si arriva a prendere 100 e lode?
Per arrivare al 100 e lode, bastano piccoli accorgimenti e una sana passione per tutto. Non è necessario accanirsi sui libri. Basta appropriarsi dei contenuti. Bisogna vedere le cose sotto un’altra prospettiva. Faccio un esempio: a scuola non ci viene insegnata la matematica, bensì il ragionamento. Sta tutto qui. Alla fine si viene premiati per la costanza e la dedizione, e per la tua voglia di voler saper sempre di più. Bisogna desiderare questo voto: deve avere un significato molto importante per sé stessi.

Hai presentato una tesina/percorso per la prova orale?
Si, ho voluto presentare un percorso “power point” stampato poi su tavole A3. Il tema presupposto è stato “Madama Butterfly”, la famosa opera teatrale e lirica sulle note di Giacomo Puccini. Mi è rimasta impressa per la passione e il dolore messi in scena divinamente. Il discorso si è quindi aperto sulle varie discipline e oltre, dal contesto storico, artistico e culturale del Giappone a quello italiano; alla letteratura, alla musica, all’arte degli impressionisti, al teatro e alla moda. Ho fatto cenno alla scenografia, ovviamente, e ne ho realizzata una a tema con uno studio dei costumi allegato. Ho completato il discorso e concluso il tutto con le mie esperienze: da un abito da me realizzato in tema giapponese a delle sciarpine in stile “shibori”. Alla fine il presidente di commissione mi ha guardata negli occhi e mi ha detto: “Tutta la tua passione su quello che hai realizzato è arrivata a noi sin da subito. Complimenti”. Sono rimasti incuriositi e stupiti. Ed io saltavo di gioia.

Quali sono le tue passioni?
Ho tante passioni, ma quella più profonda è la moda. A questa si aggiungono quella per il teatro, la musica lirica, la danza, lo studio della scenografia e ancor più in generale quella per l’arte. Credo che le passioni siano più di semplici hobbies. Per me sono piccoli diamanti che si incastrano perfettamente in quella che è la crisalide della nostra vita. Ci spingono a fare pazzie, a rischiare, ad abbattere da soli dei muri posti da chi ci vuol sopraffare. Diventano quindi obiettivi da raggiungere.

Ed il tuo libro preferito? E l’ultimo che hai letto?
Il libro che più amo è “Memorie di una geisha” di Arthur Golden, perché è da qui che ho scoperto l’amore per il Giappone in tutte le sue sfumature più radicate. Ho conosciuto così scrittori giapponesi come Murakami Haruki, che adoro per la fantastica semplicità dei suoi romanzi. L’ultimo libro è stato “Stoner” di John Williams, molto simile al primo nel modo di rappresentare i dettagli. Questo mi ha coinvolto particolarmente. Una storia banale ma molto toccante. Ve lo consiglio.

Mentre il tuo film preferito? E l’ultimo che hai visto?
Ad essere sincera non ho un film preferito. Amo guardare un po' di tutto per cogliere da ognuno le singole sensazioni. Di certo sono appassionata di film Marvel o di Tim Burton. Da piccola mi innamorai delle serie di film di Batman e dell’agente 007 come Skyfall. Ed anche de “La fabbrica di cioccolato” e “2001- Odissea nello spazio” per i misteriosi e complessi messaggi di Hitchcock. L’ultimo è stato “Solino” diretto da Fatih Akin, che inquadra la storia di un ragazzo diviso fra Germania e Italia, con la passione per la regia cinematografica. Il film è ambientato e girato a Leverano, un paese che mi sta molto a cuore: 2 ore di pellicola che mi hanno tenuta incollata allo schermo senza "se" e senza "ma". È stato molto emozionante.

Tornando al futuro, cosa ti attende adesso?
Ora mi attende il mondo dell’Accademia di Belle Arti di Bari, per iniziare questo percorso nel mondo del costume e della moda. Ma, come dicevo prima, questo è solo l’inizio. Ce la metterò tutta e continuerò a portare ovunque la mia passione. Vorrei socializzare molto con il mondo estero, perché per lavorare in questo campo bisogna soprattutto farsi conoscere al di fuori del proprio Paese. E tutto questo lo farò a spese mie, grazie ad alcune borse di studio che ho conseguito da poco.

Cosa vorresti fare da grande?
A dispetto di quanto sognavo da piccola, ancora non ho le idee ben chiare su quello che farò da grande. Il futuro vien da sé. Per ora vorrei collaborare con aziende di moda e girare il mondo lavorando. Vorrei andare alla ricerca di stili e costumi di ogni genere nelle varie culture del nostro pianeta, per poi riportarle qui sotto diversi punti di vista. Ed applicarli a quello che oggi indossiamo comunemente. Mi piacerebbe anche insegnare tutto quello che sto raccogliendo nella mia sacca del sapere e trasferire tutto l’amore per il mio settore ai giovani studenti. Magari proprio in Accademia.

E dove immagini la tua vita familiare e lavorativa? Qui o altrove?
Per realizzare tutto ciò sicuramente avrò bisogno di spostarmi da qui. Credo di andare all’estero. Certo, le mie origini non verranno dimenticate. Purtroppo studiare in Italia è il desiderio di molti ragazzi, persino di quelli stranieri, ma lavorarci lo è di pochi. Vorrei avviare la mia carriera fuori e ovviamente poi ritornare tranquillamente qui. D’altronde si ritorna sempre nel proprio paese di nascita.

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