Il papà di Pellè: “Gran gol di Graziano, ma poteva fare doppietta”

La sorella di Graziano Pellè, Ilaria (seduta prima da sinistra) con i nipoti di pellè altri parenti e amici durante la partita La sorella di Graziano Pellè, Ilaria (seduta prima da sinistra) con i nipoti di pellè altri parenti e amici durante la partita

La perla di Graziano Pellè contro il Belgio - un eurogol da “enciclopedia del calcio” secondo Marco Tardelli - ha fatto esplodere di gioia la sua Monteroni che ha seguito on the road l’esordio azzurro agli europei, tra maxischermi nelle piazze e all’esterno dei bar.

Chi invece ha seguito la partita da solo, quasi come un rito che si ripete da sempre, è il padre del bomber azzurro, Roberto Pellè, ex calciatore professionista, che si è rintanato come sempre nell’abitazione di famiglia di via San Francesco. “Io come al solito ero davanti alla tv nel tinello. Mia moglie, emozionatissima, era nella stanza da letto davanti ad un’altra televisione, ci siamo incontrati solo durante il percorso per andare in bagno”, scherza il papà di Graziano. “Come sempre mi sono blindato in casa. Ho sentito suonare e strombazzare. E questo entusiasmo ci fa enormemente piacere. Io però per mia indole vivo intimamente e da solo le partite. Siamo una famiglia modesta che preferisce restare nelle retrovie. E tutto questo affetto ci inorgoglisce e ci commuove”.

Quindi, il racconto della telefonata post-partita con Graziano. “Mi ha chiamato e mi ha chiesto: Papà sei contento? Scherzando, gli ho detto di no perché ha sbagliato un gol di testa che non doveva sbagliare. Era una battuta: lo faccio volare basso. Ho giocato a pallone e le so queste cose, quando sei sul secondo palo non devi fare la torsione completa del collo altrimenti la palla va fuori. Ma al di là di tutto era felicissimo, meritava una soddisfazione del genere”. E sulla girata spettacolare del 2-0, papà Roberto non ha dubbi: “È un gesto che fa parte del suo repertorio. Il fatto che abbia praticato danza da bambino a quanto pare lo ha aiutato ad avere elasticità nonostante sia alto un metro e 94: non è la prima volta che fa questi numeri, era già successo ad esempio col gol su rovesciata realizzato in Premier col Southampton. Da ex attaccante ho capito subito la qualità del gesto tecnico. Diciamo - ironizza Pellè senior - che ha preso tutto dal padre”.

Avere un “concittadino” titolare inamovibile della Nazionale agli Europei è un evento storico e senza precedenti per Monteroni. Per la famiglia un momento ancor più straordinario e indescrivibile che però non scalfisce la normalità di ogni giorno. A partire dal lavoro di Pellè senior che prosegue secondo routine anche in questi giorni, “come avviene da decenni a bordo del furgone Quarta Caffè accanto al collega di sempre, Paolo Caricato”. Intanto, Roberto Pellè seguirà “fedelmente” anche le prossime partite dal tinello di casa, a cominciare dalla sfida di venerdì contro la Svezia (ore 15). Una postazione solitaria che abbandonerà solo per la finale di Parigi: ha già fatto il biglietto aereo e predica ottimismo. Incrociamo le dita. “Il 10 luglio in ogni caso sarò allo stadio. E spero che ci sia l’Italia a giocarsi la vittoria. Qualcuno parlava della Nazionale più scarsa di sempre - dice Pellè padre - e ora comincia a ricredersi. Sono convinto che sia un bel gruppo con un grande centravanti come Graziano: sol perché ha avuto poca visibilità in Italia, qualcuno pensava fosse un giocatore di serie B. Ma io lo conosco bene e anche da ex attaccante posso dire che centravanti con le sue caratteristiche se ne vedono pochi in giro: riesce a palleggiare anche con i limoni e i pacchetti di chewingum. È stato molto più apprezzato all’estero e difficilmente tornerà a giocare in Italia”, fa sapere il padre. E in cima alle ipotesi c’è il trasferimento all’Everton, dove sulla panchina siederà il suo “mentore” Ronald Koeman.

È quindi l’Europeo del riscatto per Pellè, attaccante di 30 anni, quasi snobbato dalla serie A e divenuto invece goleador prima in Olanda (dove ha vinto scudetto e supercoppa) e adesso in uno dei campionati più importanti e belli del mondo come la Premier inglese, uno dei “templi” del calcio mondiale: un centravanti moderno che può fare reparto da solo e che dalla stampa britannica è stato soprannominato “The Italian goal machine”. Si dice che nessuno sia profeta in patria. E all’estero Pellè ha vinto tutte le diffidenze che in passato serpeggiavano non solo in Italia, ma anche nel Salento e nel suo paese. Eppure, è vero anche che in molti, dotati di fiuto e occhio clinico, sin dai tempi della Primavera avevano scommesso su di lui. “Comincio a pensare che Graziano ha avuto la fortuna di non essere apprezzato in Italia: se fosse stato apprezzato in seria A, probabilmente non sarebbe approdato all’estero e forse non sarebbe esploso a questi livelli. E anni fa - ricorda il papà - mi impuntai con gli addetti ai lavori per farlo andare in Olanda, alla corte di un certo Van Gaal, che voleva Graziano in squadra. Era un treno che non si poteva perdere. E il tempo mi ha dato ragione. Graziano è un ragazzo alla mano che non si tira mai indietro. Col Belgio ha preso un pestone al piede e una botta alla mano ed è rimasto in campo a lottare e alla fine è stato gratificato da un gran gol”, evidenzia Roberto. Ma anche le sorelle maggiori del bomber, Ilaria e Fabiana, hanno assistito alla sfida nelle rispettive abitazioni insieme ai mariti, ai figlioletti e agli amici più stretti. Un momento storico vissuto nella semplicità. “Mio fratello - racconta la sorella Ilaria Pellè - meritava questo gol e questa vittoria: è un ragazzo semplice che non si monta la testa: è un’emozione vederlo agli Europei. Gli vogliamo bene: è arrivato a questi livelli solo con i sacrifici. Conte l’ha fatto lavorare tantissimo, come tutta la squadra, e spero che continui a segnare. Il gol è stata una sensazione indescrivibile”. E in casa Pellè esultanza incontenibile anche dei nipotini che hanno festeggiato lo zio Graziano con bandierine e trombette. E nelle prossime ore Monteroni tornerà a fare il tifo a “reti unificate” per il bomber azzurro. 

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