Xylella in agro di Monteroni, Barba rassicura: qualità inalterata

È da tempo ormai che l’“universo agrico­lo” del Sud Italia - e del Salento in maniera particolare - è stato colpito dalla Xylella Fastidiosa,

IL batterio killer che ha invaso in maniera pressoché irreversibile molti dei nostri oliveti secolari, per tanti considerati, non a torto, ancora oggi, un vero e proprio “bene di famiglia”. Ed è proprio questa affezione che da tempi immemori ha spinto i nostri coltivatori salentini a produrre un olio di ottima qualità con tecniche agricole sempre più all’avanguardia. Sulla scia di questo problema da non sottovalutare ci si è chiesti qual è la situazione in agro di Monteroni e qui Francesco Barba, rinomato produttore di olio con la sua importante azienda agricola denominata Donna Oleria ci ha offerto alcuni spunti di riflessione sul fenomeno sempre più in rapida ascesa. “Oramai  - spiega Barba - la Xylella purtroppo per noi è diffusa in tutto il territorio salentino e, si è spinta anche oltre. Al momento non esiste nessuna cura scientificamente provata che possa arginare questa fitopatia è per ora il destino dei nostri alberi sembrerebbe irrimediabilmente segnato. Si spera che quanto prima la ricerca riesca a darci delle risposte valide atte a contrastare questa malattia, ma al momento non si può far altro che imparare a convivere con questo brutto fenomeno. Sappiamo che ci sono delle cultivar resistenti ma purtroppo non sono quelle tipiche salentine. Infatti la Cellina di Nardò e la Ogliarola salentina sembrerebbero le più colpite”.
Al momento - spiega il produttore monteronese - non abbiamo subìto contraccolpi dal punto di vista commerciale perché i nostri clienti hanno compreso che questo problema non incide in alcun modo sulla qualità del prodotto e sono portati ad apprezzarne sempre più la qualità. La delusione semmai proviene dalla politica. Infatti sono diversi anni che i nostri amministratori e governanti snocciolano fiumi di parole sulla carta stampata senza aver fatto nulla di concreto per aiutare le aziende agricole che stanno affrontando questo doloroso problema. Noi vorremmo anzitutto che venisse tolto il divieto di impiantare alberi di ulivo e soprattutto degli indennizzi nei confronti delle aziende colpite e vessate dal batterio killer. Tuttavia, mancando un formale impegno in questo senso che permetta di investire somme di danaro stanziate per nuove coltivazioni olivicole non si va da nessuna parte. Pertanto, solo attraverso un serio piano di promozione ed investimento potremo in qualche modo dare seguito al Salento olivicolo, in caso contrario il paesaggio sarà sempre più devastato e i danni incalcolabili per tutto il Sistema-Salento”. Fortunatamente si evince che nonostante il batterio colpisca innanzitutto gli alberi di olivo, esso non influisce in nessun modo sul frutto, per cui, la qualità dell’oliva da olio o da tavola rimane integra e non presenta problemi per quanto concerne la commercializza­zione.

SCHEDA
Francesco Barba con le sue produzioni hanno, da poco, ricevuto un prestigioso riconoscimento al Concours AVPA – Paris, Gourmet OR 2016, a riprova dell’eccellenza del suo prodotto. L’azienda agricola Donna Oleria prende il nome dalla tenuta d’origine, autentica espressione di un luogo vocato da secoli alla coltivazione dell’olivo. Francesco e Grazia Barba, come si evince dal sito internet giungono a questa esperienza spinti dal desiderio di riappropriarsi del legame con il territorio in cui sono nati. I valori aziendali riflettono uno spirito moderno e consapevole nell’avvicinarsi alla produzione agricola, mantenendo inalterato il rapporto con la terra, nel rispetto della natura e dei suoi cicli biologici. La raccolta delle olive inizia i primi giorni del mese di ottobre, sia manualmente, sia con l’aiuto di mezzi meccanici. Le olive vengono fatte cadere su ampie reti evitando il contatto diretto con la terra. Questo preserva l’olio da disgustosi difetti di muffa e umidità. Le olive vengono stipate negli appositi bins e nell’arco di 3 ore dalla fine della raccolta si può effettuare la molitura. La spremitura avviene rigorosamente a freddo, senza mai superare la temperatura di 27°C, in modo da preservare tutte le componenti fenoliche e aromatiche.

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