Furto in parrocchia, out tutte le telecamere comunali. Trevisi invoca un’indagine interna

Continua a far discutere il “caso” relativo alla videosorveglianza comunale. Sono circa 27 le telecamere pubbliche installate in paese: nessuna di queste funziona. La questione è riesplosa in questi giorni, dopo il furto compiuto nella parrocchia dell’Ausiliatrice di piazza Candido.

Uno degli impianti comunali è infatti collocato proprio sulla facciata della Chiesa presa di mira dai ladri. E ovviamente non ha registrato alcunché.
A chiedere chiarezza è anche il consigliere regionale Antonio Trevisi, del Movimento5Stelle: l’esponente grillino ha chiesto al sindaco Angelina Storino di avviare un’indagine intera per individuare le eventuali responsabilità del grave disservizio che ha creato una enorme falla sul fronte della sicurezza.

“Da quanti mesi è guasta la videosorveglianza e come mai non è stata ripristinata? Perché chi doveva intervenire non l’ha fatto? Non mi interessa se sia colpa di questa o della passata giunta, ma se le telecamere pagate dai cittadini - tuona Trevisi - non funzionano ci sono delle responsabilità indirette da parte della politica o di qualche funzionario. Chiedo che siano individuati i responsabili. Va denunciata l’omertà, come vanno denunciate le gravi inerzie della pubblica amministrazione”.

Il consigliere regionale si riallaccia, poi, al monito contro l’omertà lanciato dall’altare dal parroco don Giorgio Pastore. “Non ho elementi per dire - afferma Trevisi - che qualcuno abbia sentito l’allarme nel cuore della notte e abbia fatto finta di nulla. Una cosa però è certa: dobbiamo ritrovare lo spirito di comunità, perché la criminalità come l’omertà - afferma - si sconfiggono solo se si è uniti. Davanti ai cattivi gesti bisogna denunciare, davanti ai buoni esempi invece bisogna emulare senza divisioni politiche o di parte”.  

LO SCONTRO IN CONSIGLIO COMUNALE SULLA QUERELLE degli “OCCHI ELETTRONICI SPENTI”.

La vicenda delle telecamere era finita al centro anche di un botta e risposta andato in scena nel consiglio comunale dello scorso 3 ottobre, durante la discussione sul Piano triennale della opere pubbliche. A sollevare le questione fu il capogruppo di opposizione ed ex sindaco Lino Guido che puntò il dito contro la “cancellazione dell’intervento sulla videosorveglianza per mancanza di fonti finanziarie”.

“Le telecamere pubbliche di Monteroni sono spente da almeno due anni. Il problema - affermò l’assessore al bilancio, Vincenzo Toma - è che nessuno prima di questa amministrazione ha pensato di predisporre un capitolo di spesa dedicato alla manutenzione, che non è stata mai fatta. È inutile ottenere finanziamenti per la videosorveglianza, se poi non contempliamo la manutenzione. E l’attuale giunta ha stanziato al momento 5mila euro per il ripristino degli impianti”. 

“Nel 2014 funzionavano - replicò Guido - e lo dimostra il fatto che qualche mese prima di essere mandato a casa le registrazioni delle telecamere pubbliche dell’area mercatale sventarono il rapimento della bimba bulgara, e quelle immagini furono trasmesse anche dalle tv nazionali. La ditta che ha installato le telecamere è tenuta, secondo il contratto, a garantire la manutenzione dei sistemi per cinque anni. Non c’è bisogno di stanziare somme. Peraltro c’è pure un contenzioso in corso con la stessa ditta che ha realizzato l’area mercatale. L’amministrazione, se è in grado, deve far valere quel contratto”. 

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