Rapina in tabaccheria, spari e terrore prima della chiusura

Caccia aperta al commando che ha assaltato l’attività “Viola”. Il titolare: “Ci hanno accerchiati. Fortunatamente mia figlia si è chiusa in bagno. Terribile trovarsi una pistola puntata alla testa”. L’opposizione invoca l’intervento del prefetto.

È caccia aperta ai quattro banditi che sabato sera, vigilia del Primo maggio, hanno assaltato la tabaccheria-edicola “Viola”, che sorge a Monteroni, in via Dalmazia. Attimi di assoluto terrore. Il commando ha fatto irruzione esplodendo due colpi di pistola a salve, uno all’esterno dell’attività (forse partito in maniera maldestra) e un altro all’interno (a scopo intimidatorio). Le indagini dei carabinieri della stazione di Monteroni, che hanno recuperato uno dei due bossoli, proseguono a ritmo serrato: acquisite in queste ore le registrazioni dei sistemi di videosorveglianza del locale (sia immagini che audio) che hanno ripreso le scene da film di una rapina da brividi. E il fatto che le armi fossero caricate a salve non attenua la gravità di un assalto in stile far-west. Hanno agito in orario di chiusura, intorno alle 21. Erano in quattro, tutti incappucciati. Due di loro armati di pistola. Banditi senza scrupoli e pronti a tutto. Fino a qualche minuto prima, infatti, in zona era transitata più volte una pattuglia dei carabinieri impegnata nella consueta attività di controllo e prevenzione del sabato sera. Nella tabaccheria c’erano solo il titolare e il cognato. Presente anche la figlioletta del proprietario che, però, fortunatamente, era in bagno all’arrivo dei malviventi. E lì si è riparata per tutto il tempo dell’irruzione. Da un momento all’altro si sono ritrovati a tu per tu con i rapinatori, in ostaggio delle armi spianate. Probabilmente giovanissimi. E con l’accento locale. Quindi, forse proprio del posto. “Vogliamo i soldi”, hanno urlato in dialetto, puntando la pistola alla testa dei malcapitati. Arraffati i contanti sono fuggiti a piedi, dileguandosi tra le campagne adiacenti al cimitero, con un bottino di circa 500 euro: la somma che, a quell’ora tarda, era rimasta in cassa. “Prima lo sparo e un bagliore - racconta il titolare Rodolfo Pati, mentre rivive con gli occhi atterriti quei momenti - e poi si sono materializzati in fila indiana e hanno fatto fuoco di nuovo. Erano 4, ma sembravano 24. Sbucavano da tutte le parti. Ci hanno accerchiati. Fortunatamente mia figlia era in bagno. La mia paura era solo per lei. Ho urlato finché non se ne sono andati. È stata una sensazione terribile - ricorda il titolare della nota tabaccheria - trovarsi una pistola puntata alla testa. Erano munizioni a salve, ma non potevo saperlo: sono stati momenti di angoscia e terrore. È durato un minuto e mezzo, lunghissimi secondi da incubo”. Una rapina che in paese ha destato enorme indignazione. In tantissimi hanno espresso solidarietà: cittadini, amministratori, colleghi e commercianti. Qualche settimana fa l’altro episodio: una spaccata notturna ai danni di una gioielleria. Intanto, l’opposizione chiede l’intervento del prefetto. “Fatti di cronaca, da qualche mese a questa parte, rendono Monteroni poco sicura”, afferma il consigliere comunale Massimiliano Manca, che lamenta “un abbassamento della soglia di attenzione” e invita quindi il sindaco ad “informare urgentemente il prefetto chiedendo la convocazione di un tavolo che, con l’ausilio delle forze dell’ordine, possa adottare e intraprendere azioni forti, mirate e incisive per la tutela e la sicurezza di cittadini e commercianti. Monteroni non può e non deve compiere un salto nel passato”.

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