“Tra gli ulivi e il luccichio del mare”, il racconto di Chiara Mancarella sul podio di ‘Benvenuti al Sud’

L’amore per la propria terra, l’arte e le tradizioni, la festa del paese, quel paesaggio che ti è rimasto insito nell’animo nonostante la lontananza, il volto rurale di una comunità legata alla natura, il sole, il mare, la voglia di ridere affrontando tutto con passione ed amore.

Erano queste le tematiche da affrontare per poter partecipare al primo Concorso Letterario “Benvenuti al Sud”, edito da Montegrappa Edizioni (Monterotondo/Roma), e raccontare così la propria meridionalità. Chiara Mancarella, monteronese di origine ma residente da anni a Perugia, ha colto nel segno classificandosi al terzo posto della rassegna con il racconto “Tra gli ulivi e il luccichio del mare”. Insegnante di scuola primaria e pedagogista clinica, ha voluto omaggiare la sua terra e tutti i salentini fuorisede. Chiara è inoltre autrice del romanzo "Ma alla fine...chi se ne frega!"  e la scorsa estate ho autopubblicato un secondo libro "Cari genitori, sveglia! Appunti di un pedagogista clinico", un libro contenente suggerimenti da dare a genitori, ma anche agli insegnanti e a tutte quelle figure che si prendono cura dei bambini.   

 

Chi è Chiara Mancarella innanzitutto?

Sono sicuramente il risultato dell’educazione e dei valori trasmessi dai miei genitori.

Le scelte di studio e lavorative sono sempre state condivise in famiglia ed appoggiate dai miei genitori e questo credo sia una grande fortuna. Svolgo due professioni, insegnante di scuola primaria e pedagogista clinico, che mi permettono di stare a contatto con le famiglie e noto, con grande rammarico, che spesso molti genitori fanno l’errore di spianare la strada ai propri figli e decidere il loro futuro senza dare a bambini e ragazzi la possibilità di scelta. Ma prima di tutto sono mamma di una meravigliosa bambina di nome Ginevra.

 

Chiara, nel tuo viaggio verso casa scruti gli scenari che si aprono davanti ai tuoi occhi. Cosa vuol dire intrinsecamente vivere fuori dalla propria terra e farvi ritorno?

Mio fratello (Francesco Mancarella, architetto e designer morto a seguito di un incidente stradale a Firenze l’11/11/2011) diceva sempre: “Mi sento come un albero d’ulivo, con le radici nel Salento e la chioma che guarda Firenze”, condivido pienamente le sue parole. L’amore per la mia terra, per i suoi paesaggi così unici e le tradizioni così intense, li porto sempre nel cuore. Ho tanti amici salentini che vivono in altre città e i sentimenti che ci accomunano sono gli stessi: nostalgia e gioia. Nel racconto ho descritto la nostalgia per il tempo passato, un periodo che purtroppo non potrà più tornare e al tempo stesso la gioia che si prova tornando e riabbracciare le persone a me care.

Non vivo più a Monteroni ormai dal 2007, per un periodo ho vissuto a Trento, diversi anni a Firenze e dal 2013, essendo mio marito umbro, abito vicino Perugia. L’attaccamento alla propria terra, secondo me, non deve essere morboso e credo sia giusto avere il coraggio di andare altrove senza però dimenticare da dove veniamo mantenendo forte il legame che ci lega alle nostre origini.

 

Come è il tuo legame con i tuoi luoghi natii? Ci torni spesso?

Per motivi lavorativi ritorno a Monteroni solo durante i mesi estivi. Il periodo coincide spesso con la festa di Sant’Antonio, un appuntamento fisso per chi come me vive lontano. Ritrovare i vecchi amici e vedere in quei giorni il paese riunito in Piazza Falconieri è sempre una gioia.

 

Chiara, “Tra gli ulivi e il luccichio del mare” riprende le tematiche care a chi, per svariate ragioni, si trova a vivere fuori dal proprio focolare. Pensi un giorno di poterci tornare stabilmente? 

Da salentina non posso non amare il mare. L’Umbria è una regione stupenda, ma con i primi caldi la voglia di fare un tuffo nel nostro bellissimo mare è sempre molto forte. Trascorrere la vecchiaia in una casa vista mare sarebbe un bellissimo sogno, tra l’altro colgo l’occasione per mandare un abbraccio ai salentini che vivono lungo le nostre coste fortemente segnati dal maltempo. Le spiagge di Porto Cesareo sono luoghi a me tanto cari e guardare una simile tragedia fa veramente male.

 

Nel tuo palmares annoveri, al momento, due libri e svariati articoli pedagogici. Hai in cantiere un nuovo lavoro?

Sicuramente continueranno le collaborazioni come pedagogista clinico con i vari siti.

Ho dato il mio contributo per un progetto legato all’infanzia che sarà pubblicato a inizio 2020 con la casa editrice Storie Cucite di Patrizia Frassanito e Luisa Carretti, monteronesi come me, è stato un vero onore e un piacere immenso poter partecipare. Narrativamente parlando ho iniziato a scrivere due nuovi romanzi molto diversi per genere che spero di pubblicare per il prossimo anno. Mi piacerebbe che questa passione per la scrittura non fosse soltanto un hobby ma qualcosa di più, sono fiduciosa e chissà!

 

Cosa fare Chiara Mancarella da grande?

Cosa farò da grande? È una bellissima domanda. Continuerò a fare quello che mi appassiona e mi fa stare bene. La scrittura che sia narrativa o legata alla pedagogia clinica farà sicuramente parte dei miei progetti futuri. Da mamma, invece, farò in modo, insieme a mio marito, di crescere la nostra bambina nella libertà delle scelte fornendo i giusti consigli e guidandola nell’amore e nel rispetto per ogni luogo. È salentina e umbra al tempo stesso, le sue radici sono ben solide e mi auguro che anche lei possa sentirsi un bellissimo albero con la chioma che guardi altrove.

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