Dopo il furto in parrocchia, il monito di don Giorgio: “Troppa omertà, Monteroni deve reagire

“Non pensavo di dover arrivare a tanto: saremo costretti a blindarci anche in chiesa con l’installazione di telecamere e sistemi di antifurto collegati col 112 e un istituto privato di vigilanza.

Rubare i soldi di tutti, cioè gli oboli e i risparmi della comunità, raccolti per beneficenza e per sistemare il nostro campanile è davvero qualcosa che sconcerta. È uno schiaffo alla generosità della nostra gente, ma non ci faremo scoraggiare. Però, c’è troppa omertà. E se siamo cittadini onesti, dobbiamo reagire”. Sono parole di fuoco quelle pronunciate dal parroco della Chiesa Ausiliatrice di Monteroni, don Giorgio Pastore, al termine della liturgia presieduta sabato sera nel santuario di San Fili, in occasione della festa della Protezione civile.

Presenti alla cerimonia anche sindaco ed amministratori comunali. Un monito durissimo risuonato a poche ore dal furto compiuto nella parrocchia di piazza Candido (LEGGI ARTICOLO): un bottino di 1500 euro, ovvero le offerte donate dai fedeli a favore dei terremotati e per la ristrutturazione e messa in sicurezza della torre campanaria di via Asmara. E mentre l’antifurto suonava e riecheggiava con forza nel silenzio della notte, i ladri agivano indisturbati. 

Don Giorgio non ha usato giri di parole: “Non aggiungiamo, però, peccato al peccato. Non siamo noi a dover giudicare gli autori di questo gesto. Noi, però, siamo chiamati soprattutto a riflettere. E io mi chiedo: possibile che nessuno abbia sentito l’allarme? Purtroppo, questa è omertà. E l’omertà - ha tuonato don Pastore - è connivenza. Questa mentalità dobbiamo distruggerla. Quando si sente risuonare un allarme, non si può far finta di nulla. Non dobbiamo avere paura: bisogna contattare le forze dell’ordine. Basta una telefonata”.

E poi ancora con più forza. “Purtroppo, se a Monteroni c’è gente che gode ancora di un certo prestigio delinquenziale - ha aggiunto il parroco - è anche grazie alla nostra omertà. Recuperiamo il senso civico. Se siamo cittadini onesti, dobbiamo reagire”. Un atto d’accusa che suona come un dirompente appello a cambiare mentalità.

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