Dieci anni senza Totuccio, artista della monteronesità. Una messa per ricordarlo

Sono trascorsi dieci anni dalla scomparsa dell’indimenticato Totuccio Manca, l’amico di tutti, un vero e proprio “jolly” della comunità, che è rimasto nel cuore dei monteronesi e nella storia del paese.

Martedì 12 dicembre, nel decimo anniversario della morte, una messa di suffragio sarà celebrata alle 17, in Chiesa Madre. I tanti amici di sempre si stringeranno attorno alla sua famiglia, alla moglie Agnese e ai figli Ilaria e Fabio. Sarà l’occasione per ricordare Totuccio. E per ricordare il bene che ha voluto al suo paese e il suo impegno coinvolgente e disinteressato. Sempre presente e sempre in prima linea per la sua comunità. Uno che ha lasciato il segno. Un gigante della monteronesità. Un vuoto difficile da colmare.

Chi era Totuccio Manca…
Un personaggio popolare ed eclettico. Un fine restauratore di mobili antichi con mille passioni. Un uomo diventato grande grazie soprattutto alla sua semplicità. Conosciuto e benvoluto per la sua affabilità e voglia di fare e anche, perché no, per la sua schiettezza e sincerità.
Ha lasciato questo mondo il 12 dicembre 2007, a soli 58 anni, vinto da una malattia che da tempo ormai lo tormentava e sulla quale spesso ci pure scherzava, quasi a volerla esorcizzare. Era uno che non amava tirarsi indietro, pieno di entusiasmo e originale inventiva. Senza dubbio un vero artista: organizzava mostre d’arte e spettacoli, cantava e recitava. Amava stare tra la gente con un impegno nel sociale e a tutto campo. Credeva nella necessità di fare cose belle e soprattutto utili, nella massima semplicità: per lui infatti bastava che tutto fosse coinvolgente e significativo.

A partire dal 1984, ad esempio, per anni organizzò con successo, senza fondi e in solitudine, una mostra presso il palazzo Baronale per valorizzare la creatività delle imprese artigiane di Monteroni. Poi si inventò il club degli “Amici degli anni ‘60”, le serate musicali e lo show di “Come eravamo”, ovvero quello che fino a qualche anno fa era il tradizionale evento dell’8 dicembre.
Poi, il presepe vivente e l’appuntamento fisso di pasquetta alla fiera di San Fili, dove si presentava con mezzi d’epoca e dove esponeva la sua collezione di antiche immagini di una Monteroni ormai scomparsa. La sua partecipazione sempre dirompente alle varie edizioni del Carnevale, ai veglioni con i grandi artisti nell’ex Cinema Italia, un altro monumento della monteronesità che ormai non c’è più.

Per non parlare delle tante mostre presso la sua “Locanda” di via Filiberto, sempre originalissime. E poi la commovente tenacia con cui ha saputo dar vita negli ultimi anni ad un punto di incontro e a diverse iniziative musicali nella 167, proprio in quel rione dell’Assunta noto ai più come “bronx”.

Si è battuto fino all’ultimo perché la sua Monteroni diventasse una comunità di amici.


nelle foto con Peppino di Capri e Raffaella Carrà all'interno del Cinema Italia

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