Il card. Menichelli al Monteronesi: educate i vostri figli alla misericordia non alla lotta

Celebrato ieri, sabato 7 ottobre 2017, ore 18, in una Chiesa Matrice gremita di fedeli, l’attesissimo e suggestivo pontificale del cardinale Edoardo Menichelli,

arcivescovo emerito di Ancona-Osimo, inviato in rappresentanza della Santa Sede per il 150° Anniversario del Miracolo del 1867 a testimonianza di un evento prodigioso che ha sconfitto il nefasto morbo del colera che imperversava nella comunità monteronese e stava quasi per decretarne l’estinzione.

Ma i monteronesi con singolare fede seppero stringersi compatti attorno al simulacro ligneo del Crocifisso sperimentandone in prima persona l’amore salvifico. Questa è storia, ma è anche una logica che si oppone alla volatilità e all’impermanenza del mondo poiché chi crede sa che la finalità e la vittoria della salvezza passano attraverso la Croce di Cristo Gesù. Come appena due anni fa a Castelfidardo (An), per la seconda volta il card.

Menichelli si trova a celebrare un anniversario così doppiamente solenne. “Siate lieti e solidali”: l’invito del cardinale al popolo monteronese che affollava la chiesa parrocchiale, allietata dai canti di giubilo intonati dalle ragazze della “Corale dell’Assunta”.  

Vorrei che foste fieri della storia spirituale della vostra città”, parole semplici quanto impegnative, così pregne di responsabilità affinché ciascuno possa sentirsi spronato ad essere simile e migliore di chi ci ha preceduto. Dopo aver fatto tappa nella Chiesa dell’Immacolata dove è stato accolto dai pargoli della comunità, il presule si è recato nell’aula consiliare “Salvatore De Giorgi” del Comune ove ha potuto incontrare il Sindaco dott.ssa Angelina Storino con alcuni Consiglieri e ricevere in dono una natività in cartapesta, preziosa opera artigianale di Stefania Martino.

Successivamente, al suono delle campane in festa, egli ha finalmente varcato i portali della storica Parrocchia Maria SS. Assunta, dimora del Crocifisso miracoloso, per la concelebrazione eucaristica con i sacerdoti nativi di Monteroni e le quattro Confraternite insieme.

Durante l’omelia traspariva il suo fare pacato e cordiale oltre che la sua straordinaria capacità di coinvolgere l’uditorio che attentissimo non perdeva una sola sillaba del suo panegirico. “Figlioli, a voi il compito di custodire la memoria di quest’evento prodigioso che oggi celebriamo, la liberazione dal contagio del colera, a seguito della preghiera al Figlio di Dio, il SS. Crocifisso Compatrono. Voi, autentici testimoni della sua misericordia, monito spirituale di fedeltà e di conversione”. Ed ha sottolineato: “Oggi si fa passare come esperienza collaudata il voler essere dominatori della vita. La vita non è solo biologia o scoperta scientifica atta a manipolarla ma di per se stessa è un mistero intoccabile. Occorre riprendere le regole di Dio. Solo l’amore dà senso alla vita e al tempo della vita. Siamo oggi dentro la sbornia collettiva di autosufficienza che porta con sé la tentazione dell’immortalità, poiché il superuomo di filosofica memoria si sta strutturando sempre più come certezza, la tecnologia seppur utile si è fatta misura di non limite. Un’umanità che tutto calcola, orienta a sé e pensa di governare dimentica l’altro o lo ritiene inutile, celebra la meritocrazia ma di fatto esclude gli ultimi. Il piacere governa l’amore quando solo chi si fa piccolo può salvare ed essere grande”.

Poi, un monito paterno anche ai genitori: “Educate i vostri figli alla misericordia non alla lotta. Al perdono e non ad essere superman. Rallegratevi la vita ridando domicilio alla misericordia principalmente nel vostro nucleo familiare. Dialogate e ritroverete la pace”.

Al termine della funzione l’arciprete, mons. Adolfo Putignano, ha ringraziato vivamente il porporato invitandolo assieme all’assemblea a spostarsi verso il Calvario dove, al suono della Banda “Città di Monteroni”, è stata posta una targa marmorea a ricordo di questo anniversario come si fece nel 1967 in occasione del primo centenario del miracolo.

Scoperta la lapide il cardinale ha benedetto e salutato la folla festante che gli si è stretta attorno, con la certezza di essere entrato nel cuore di tutta la comunità.

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