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Gli auguri del vescovo Semeraro: a Natale accendiamo le opere di carità

Giunge puntuale come ogni anno per la comunità ecclesiale della diocesi di Albano Laziale il messaggio natalizio del vescovo, il monteronese mons. Marcello Semeraro. TgMonteroni.it

lo ripropone in forma integrale rinnovando il legame di affetto e di stima con il proprio concittadino illustre. TgM coglie l'occasione per farsi portavoce dell'intera comunità di Monteroni per rivolgere a lui gli auguri per le feste ormai alle porte, prendendo in prestito alcune parole che Papa Francesco - di cui Semeraro è stretto collaboratore - ha pronunciato in occasione degli auguri di Natale alla Curia romana: “Dio ha scelto di nascere piccolo, perché ha voluto essere amato. Ecco come la logica del Natale è il capovolgimento della logica mondana, della logica del potere, della logica del comando, della logica fariseistica e della logica causalistica o deterministica”.

Ecco il Messaggio integrale di mons. Semeraro.

Arriva il Santo Natale, una festa che ci è molto cara anzitutto perché a noi cristiani ricorda la nascita di Gesù: «Oggi è nato per voi un Salvatore» [Lc 2,11). Questa festa è anche incisa nella nostra carne e nella nostra storia: ci riempie di tanti sentimenti, emozioni, ricordi, affetti. L'augurio per il Santo Natale giunga, dunque, cordiale e affettuoso, ma anche davvero «cristiano». Quest'anno celebriamo la festa avendo ancora nelle orecchie l'eco dell'inno del Giubileo: misericordes sicut Pater, misericordiosi come il Padre (cfr Lc 6,36). Vi propongo, allora, un testo di sant'Agostino che mi pare riesca a collegare molto bene il tema della Misericordia con quello della nascita del Signore. All'inizio del suo Discorso n. 207 leggiamo: «Poteva esserci verso di noi infelici misericordia maggiore di quella che indusse il Creatore del cielo a scendere dal cielo e il Creatore della terra a rivestirsi di un corpo mortale? Quella stessa misericordia indusse il Signore del mondo a rivestirsi della natura di servo, di modo che pur essendo pane avesse fame, pur essendo la sazietà piena avesse sete, pur essendo la potenza divenisse debole, pur essendo la salvezza venisse ferito, pur essendo vita potesse morire?». Questo testo molto ricco e bello ci aiuta a tenere congiunti i due momenti della storia della salvezza: la nascita di Gesù e la sua morte sulla Croce. In una parola: il mistero pasquale. È l'orizzonte entro cui dobbiamo contemplare l'umiltà del Bambinello e considerare la povertà della capanna di Betlemme. Agostino però aggiunge: «tutto questo l'ha fatto per saziare la nostra fame, per alleviare la nostra arsura, per rafforzare la nostra debolezza, per cancellare la nostra iniquità e per accendere la nostra carità». Sembra quasi l'elenco delle classiche opere di misericordia. Queste parole, pertanto, ci aiutano a coniugare l'augurio per il Santo Natale con quello per il nuovo anno, che sta per avere inizio. L'augurio è che ogni giorno riusciamo a tenere accesa la carità. Sia la festa del Natale non soltanto un'occasione per accendere le luminarie nelle nostre strade, o l'albero di Natale nelle nostre case, ma soprattutto la festa che ci permette di tenere accesa la nostra carità.

+ Marcello Semeraro