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“Nel buio la parola”. La poesia voce della vita in Giovanni Bernardini

Il “solito” Giovanni Bernardini - lucido, ironico, sottile - ha presentato la sua nuova silloge poetica “Nel buio la parola” (Edizioni Esperidi), a meno di un anno dalla pubblicazione del precedente libro “Il vecchio e l’ombra”.

L’evento si è svolto nella cornice del rinnovato Laboratorio urbano “Hopera Space 2.0” di via Lopez.

L’intellettuale ha sfoderato alcune sue armi migliori come la visione malinconica e la raffinata ironia.

A dispetto dei suoi 93 anni, Bernardini continua la sua feconda produzione letteraria: con fine sarcasmo e una penna sottile e mai scontata, sempre fuori da ogni perbenismo. Poeta e scrittore, nonché ex sindaco di Monteroni, Bernardini è una delle figure più importanti del mondo della cultura e delle letteratura del Mezzogiorno.

Dopo i saluti del sindaco Angelina Storino, hanno dialogato con l’intellettuale monteronese, oltre all’editore Claudio Martino, due esperti dell’Università del Salento come il professore Antonio Lucio Giannone, ordinario di Letteratura italiana contemporanea (che ha curato anche la prefazione al libro), il ricercatore Simone Giorgino 

Per Giannone quella di Bernardini, “poeta mai oscuro”, è una poesia profonda e soprattutto comunicativa, che si fa comprendere”: versi pieni di “ironia” e in cui spicca la “nitidezza dell’espressione. Bernardini è protagonista di una lunga storia che spero possa durare ancora a lungo”, ha auspicato il docente universitario.

Giorgino, dal canto suo, si è soffermato sulla forza della “parola” di Bernardini: “una poesia in grado di salvare, di redimere”, una “parola” capace di essere “luce nel buio”.

Durante la serata, gli attori Walter Prete e Arturo Alessandri hanno poi recitato alcuni versi del poeta monteronese.

Bernardini ha chiuso tra gli applausi. E ha omaggiato la platea declamando i “Salici” (GUARDA VIDEO), una delle sue 56 poesie raccolte nel libro.

Una poesia che richiama il componimento “Canzone d’autunno” del poeta francese Verlaine.

“Partendo da questa musica malinconica, ho sviluppato - ha spiegato Bernardini - una visione un po’ diversa. I miei versi si inseriscono in un contesto di cupa tristezza, un’atmosfera che credo si possa senz’altro etichettare come surrealista”.   

Il poeta ha poi citato Leopardi ed Emilio Cecchi, che hanno influenzato i suoi versi, ricordando che nelle poesie della raccolta “Nel buio la parola” ci sono molte citazione di poeti stranieri, italiani, antichi e moderni: “Il pessimismo inteso soprattutto come visione filosofica basata su uno sguardo rivolto all’insieme della realtà, della vita e della natura. E nelle mie poesie - ha aggiunto l’intellettuale monteronese - traspare poi il bisogno di comunicazione: la missione di dare alla parola un’efficacia comunicativa”.

foto e video di Leo Colonna

https://www.facebook.com/joseph.manta/posts/10208581962252113