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E sul falò di Sant’Antonio brucia la “focara” di pellet realizzata dai ragazzi di Monteroni

Domenica sera si è rivissuto l’antico rito dell’accensione del falò in onore di Sant’Antonio Abate. Ma a bruciare non è stata soltanto la grande piramide di fascine realizzata dal comitato festa.

Sulla tradizionale pira anche una focara in minitura costruita con migliaia di pezzi di pellet. Una composizione realizzata da un ragazzo e studente monteronese, Filippo Caione. E che lo stesso giovanissimo artefice ha portato in processione insieme ad un amico, Matteo Pellegrino, entrambi di 12 anni.

Quel “mosaico” di trucioli e di pellet ha rappresentato i giovani di Monteroni. Un segno, un emblema delle nuove generazioni al cospetto e in onore del Santo del fuoco. La piccola focara “dei ragazzi” è stata quindi bruciata sul falò come segno di purificazione.