Sulla tradizionale pira anche una focara in minitura costruita con migliaia di pezzi di pellet. Una composizione realizzata da un ragazzo e studente monteronese, Filippo Caione. E che lo stesso giovanissimo artefice ha portato in processione insieme ad un amico, Matteo Pellegrino, entrambi di 12 anni.
Quel “mosaico” di trucioli e di pellet ha rappresentato i giovani di Monteroni. Un segno, un emblema delle nuove generazioni al cospetto e in onore del Santo del fuoco. La piccola focara “dei ragazzi” è stata quindi bruciata sul falò come segno di purificazione.