La crisi a Palazzo. Le opposizioni: “L’amministrazione torni subito in Aula o tutti a casa”  

 

Con una nota congiunta esprimono una linea comune le forze politiche che erano presenti ieri nell’Aula di Palazzo di Città. Il Consiglio, come è noto, non si è svolto per la mancanza del numero legale sancita dall’assenza in blocco della maggioranza alle prese con la crisi esplosa sulla questione del project sul cimitero e culminata con l’azzeramento della giunta deciso dal sindaco Angelina Storino.

Tuttavia, le forze di opposizione sia consiliari che extraconsiliari, dopo che la seduta è saltata, hanno improvvisato un’assemblea pubblica nella stessa sala consiliare, al cospetto di un centinaio di cittadini. La nota porta la firma delle nove forze politiche presenti: Volontà popolare, Città attiva, Gruppo misto, Meetup Monteroni 5 Stelle, Fratelli d'Italia, Udc, UniAmoMonteroni, Azzurro popolare, Lega per Salvini.

“Non ci resta che piangere. Lo scempio politico sociale accaduto in Consiglio - si legge nel documento - ci spinge a una vibrante protesta nei confronti di un unatteggiamento arrogante e irrispettoso che la maggioranza ha tenuto non presentandosi nel Consiglio Comunale che aveva all’ordine del giorno argomenti di portata strategici e necessari per l’intera comunità. Ancor più grave il fatto che una volta concluso il consiglio comunale s’è aperta un'assemblea pubblica ove si chiedeva espressamente l'intervento del Sindaco. Attesa vana durata qualche ora”. Poi, le nove forze incalzano: “L'istituzione per rappresentare autorevolmente una comunità deve essere essa stessa portatrice di principi quali il rispetto e la dignità verso i cittadini, le associazioni, i partiti, le forze di minoranza. Oggi tutti questi soggetti risultano clamorosamente calpestati e mortificati. L'Amministrazione deve smettere di fuggire e nascondersi, la città di Monteroni è ferma da troppi anni”.

Quindi l’appello finale: “Le forze politiche e sociali fanno appello al senso di responsabilità del sindaco e dell'intera amministrazione chiedendo loro di tornare immediatamente in Consiglio comunale per discutere gli argomenti boicottati o, trarre le consequenziali determinazioni, dimettendosi e liberando il paese da questo peso che ha depresso lo sviluppo economico sociale di questa comunità”.

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