“Il piccolo me stesso”, la fanciullezza poetica nell’esordio di Francesco De Rinaldis

Poetae nascitur: Poeti si nasce, diceva Cicerone, tuttavia, completava D’Annunzio: “L’uomo stesso è poesia e il suo verso è tutto”. Entrambe espressioni che si addicono al giovane Francesco De Rinaldis,

monteronese, studente di Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, negli ultimi tempi letteralmente rapito da una prorompente passione per la scrittura che è sfociata in componimenti poetici assai ispirati, ora raccolti, per la prima volta, in una pubblicazione dal titolo “Il Piccolo me stesso”, BookSprint Edizioni.

Una raccolta di 101 poesie esperienziali in cui l’autore lascia parlare il proprio “Io” interiore, svelando così i suoi lati più intimi e nascosti. Il lettore viene completamente immerso nell’opera: sconforto, solitudine, incomprensione e ricerca; un amore ideale e la voglia (o no) di fuggire; la visione dell’amata come una fulgida stella, guida e immagine fiabesca del cavaliere errante, suo campione, che “un giorno la salverà per sempre”; riflessioni sull’esistenza umana, sulla vita, sull’amore, sul crepuscolo e sulla speranza in un domani migliore.

È una poesia fatta di folgorazioni e intermittenze della mente, che non ricerca una lingua pura, panica e arcaica. È una voce autentica non una mimesi della realtà né del parlato. I contenuti che emergono dai versi dell’autore sono riconducibili alle tematiche esistenziali sul ripensamento del proprio vissuto e il rapporto con il mondo in cui viviamo. Nel libro si susseguono cinque tematiche fondamentali attraverso poesie costituite da una base di “ermetismo” e da tutta una serie di “simbolismi”, rappresentazioni di viaggi, proiezioni della mente, emozioni e sentimenti che ne derivano.

È la ricerca del ‘piccolo me stesso’ – sottolinea Francesco – celato in ognuno di noi e che rappresenta il valore vero di ogni cosa, grazie al quale tutto trova un senso, meglio ancora, grazie al quale si ritrova il più bel senso e la più bella soddisfazione della vita, tale che anch’essa stessa può così terminare felicemente”. Secondo le motivazioni dell’autore, infatti, ogni elemento comune del vivere quotidiano, anche banale, possiede un significato vero: “Come in un percorso conoscitivo, oltrepassando cinque livelli, identificati nei cinque temi cui è suddiviso il libro, si ottiene, man mano che la vita scorre, nel modo di vedere e percepire la realtà, la capacità di trovare il valore autentico di tutta l’esistenza, celato, tuttavia, dentro noi stessi”.

Lo sguardo rivolto al proprio passato, meglio, ai “possibili passati”, tinge di rammarico molte poesie. Sorgono dubbi e interrogativi tra le pieghe delle parole, delle immagini; a volte s’intridono di speranza, altre di rassegnazione. Ma alla fine prevale l’ottimismo. Non si tratta di pura malinconia per i tempi andati, né di semplice crogiolarsi nei ricordi.

L’autore lascia trasparire un approccio più filosofico, più teoretico, come se volesse incastonare questi pensieri nel codice del proprio “Io” interiore che, fortunatamente, nel suo caso non è “in esilio”. Sono molte le rintracciabili corrispondenze con la poesia di Quasimodo, Cardarelli e Montale, ma soprattutto emerge la ricerca interiore del “fanciullino” di pascoliana memoria, che è presente in ognuno di noi, qui identificato con “il piccolo me stesso”, una sorta di voce nascosta nel profondo dell’uomo, che si pone in contatto con il mondo attraverso l’immaginazione e la sensibilità tipica del poeta. Vanno, in tal modo, generandosi aspetti misteriosi e nuovi che sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione ma preziosi nell’introspezione di un’anima, quella di un giovane all’alba della vita, che si esamina, matura e mette a nudo il suo cuore.

Egli, come un “vascello di nuvole e sogni s’addentra nell’infinita distesa d’acqua” e reca in sé un cuore che, come un “campo di fiori”, nel di lui abisso “crescono le rose” e dove “la forza del perdono fa sorgere un nuovo sole”. Ben vengano ragazzi ancora capaci di valori e sentimenti autentici, perché confortano e fanno ben sperare!

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