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Piano anticorruzione e “ius soli”: accuse e bagarre in Aula. Maggioranza e opposizione ai ferri corti

Solita baruffa in Consiglio comunale. Toni accesi soprattutto sulla mozione sul Piano triennale Anticorruzione, ma anche sul conferimento della cittadinanza onoraria ai bambini nati in Italia da genitori stranieri.

L’assise è tornata a riunirsi a Palazzo di Città, nel pomeriggio di mercoledì 28 dicembre. In apertura dei lavori, il sindaco Storino ha ricordato l’ex consigliere comunale del Pci, Giorgio Carlà, scomparso nei giorni scorsi, parlando di un politico “onesto, coerente, trasparente”.

Bocciata, poi, con i 9 voti contrari della maggioranza la mozione presentata da 8 firmatari, ovvero dai gruppi di opposizione Volontà Popolare (Lino Guido, Massimiliano Manca, Mariolina Pizzuto, Oreste Paladini) e Città attiva (Marcello Manca), più i tre consiglieri dissidenti della maggioranza (Noemi Puce, Mimmo Quarta e Tiziana Lezzi): la mozione proponeva l’approvazione delle linee di indirizzo in merito all’aggiornamento del Piano triennale 2017/19 di prevenzione della corruzione. Sette i voti favorevoli (assente Paladini).

“Mozione inconferente e intempestiva: c’è tempo - ha affermato il sindaco Angelina Storino - fino al 30 dicembre per le osservazioni, e lungi dal favorire l’approvazione frettolosa di qualsivoglia aggiornamento del piano anticorruzione, intendiamo invece condividere la questione e procedere con l’approvazione nei tempi opportuni di legge, cioè entro il 31 gennaio, con una partecipazione quanto più ampia possibile dando voce ai cittadini, alle associazioni, al territorio, così come auspicato dall’Anac”.

“L’adesione alla mozione da parte di noi consiglieri di maggioranza - ha detto Noemi Puce, Udc, gruppo misto - intende richiamare l’attenzione sul tema della trasparenza, punto fondamentale del programma elettorale, che è stato forse dimenticato”.

Punzecchiature reciproche, tra Storino e Puce, con relativa minaccia di querela da parte del primo cittadino: “Non penso che questa amministrazione sia poco trasparente, chi fa allusioni si assuma la responsabilità di quello che afferma”.

“Non so se l’amministrazione ha visto la lettera dei sindacalisti che parla di condizionamento dell’attività dei dirigenti. Andremo al prefetto - ha annunciato Guido - per segnalare una serie di anomalie. Quando c’è bisogno di dare dei messaggi forti alla comunità e ai cittadini, come sul piano anticorruzione, non si può rinviare e trincerarsi dietro le scadenze tecniche”

Parole forti, poi, nell’intervento del consigliere di opposizione, Massimiliano Manca, che ha citato alcune missive della segretaria comunale, figura responsabile dell’Ente per la prevenzione della corruzione. “Nei report semestrali - ha riferito Manca - la segretaria, in più occasioni, usa frasi preoccupanti evidenziando irregolarità, palese contrasto delle norme di prevenzione della corruzione, violazione di principi di trasparenza. E in un caso arriva a sottolineare che l’amministrazione ha agito in totale assenza di bandi”.

“Il consigliere Manca legge spezzoni di comunicazioni,non dice a chi sono indirizzate e fa affermazioni pesanti e infamanti senza contestualizzare. L’opposizione è alla continua ricerca di capri espiatori dei propri insuccessi”, ha replicato il capogruppo di maggioranza, Giorgio Manfreda.

“Non si può fare polemica politica sulle linee guida dell’Anticorruzione. Ricordo che è tuttora operativo un piano ancora più stringente varato dalla giunta nel gennaio 2016. Serve proposta comune, non una mozione”, ha aggiunto l’assessore al bilancio Vincenzo Toma.

Per Marcello Manca, invece, “prima ancora che la mozione, è stata la segretaria comunale, con nota del 2 dicembre scorso, a caldeggiare l’approvazione delle linee guida dell’anticorruzione entro l’anno corrente. Perché l’amministrazione non si è mossa prima?”.

Dopo il burrascoso inizio, l’assise ha poi approvato all’unanimità il Protocollo d’intesa per la concessione all’Asl di parte dell’immobile di via del Mare (che sorge alle spalle della Casa dello Studente) che sarà destinato a “Centro della salute” (in un articolo specifico saranno illustrati i dettagli del progetto, ndr).

Sì unanime anche al regolamento, proposto dal delegato al contenzioso Manfreda, relativo all’affidamento di incarichi legali, che prevede l’istituzione di un albo a cui potranno accedere solo gli avvocati con un’anzianità di iscrizione all’Ordine di almeno cinque anni e che non abbiano contenziosi contro il Comune. E il regolamento introduce soprattutto il criterio della rotazione sistematica delle nomine per i servizi legali da affidare a professionisti esterni all’ente. Approvata, poi, a maggioranza (9 voti) la ratifica di una variazione di bilancio riguardante i fondi dell’Union3 per luminarie, arredi e videosorveglianza: astenuti Lezzi e il gruppo misto (Quarta e Puce). Contrarie le opposizioni.

La vera e propria zuffa si è poi sfiorata, nientemeno, sul punto che riguardava la concessione della cittadinanza onoraria (“ius soli”) ai bambini nati in Italia da genitori stranieri. Maggioranza e gruppo misto hanno votato a favore. L’opposizione (Volontà Popolare e Città attiva) si è astenuta, tranne la consigliera Pizzuto che si è espressa per il sì. Le minoranze hanno parlato di un atto esclusivamente simbolico e di facciata, lamentando l’assenza di concrete politiche di integrazione. “Quasi ovunque questa delibera è passata all’unanimità. Non si può fare polemica pure sui minori. Mi vergogno delle cose che dicono ex sindaci di questo paese”, ha detto l’assessore Toma. Più che un’affermazione, una miccia che ha dato fuoco a vecchie ruggini, dando il la ad un pesante battibecco con Lino Guido: al centro della lite l’inchiesta su Palazzo di Città, archiviata due anni addietro.

“Sono fiero - ha replicato Guido - di non aver avuto assessori come Toma, che mi ha tacciato di mafiosità in Consiglio comunale ed è poi andato dai carabinieri dicendo cose infamanti contro di me, buttando fango su un intero paese. Pubblicherò tutte le carte”. “Non ho mai accusato Guido di essere un mafioso. Io sono stato convocato dai carabinieri, è ora si smetterla”, ha tuonato Toma. Uno scambio di battute al vetriolo e con toni infuocati che ha chiuso un Consiglio, come al solito, piuttosto spinoso.