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Opposizioni di nuovo all’attacco: “Censurato il dibattito in aula sulla mozione di sfiducia”

Le opposizioni gridano al “bavaglio e alla censura” per la gestione del dibattito del consiglio comunale che ha respinto la sfiducia nei confronti del sindaco Angelina Storino.

“Mi è stato negato - accusa Mimmo Quarta, consigliere del gruppo misto - di esporre un intervento in qualità di consigliere, delegittimando la stessa figura istituzionale. Avrei voluto solo precisare la soddisfazione per la definitiva archiviazione del caso, a garanzia della buona condotta dell’amministratore coinvolto nell’indagine, ribadendo però come la tardiva e quasi celata comunicazione sia sinonimo di mancanza di trasparenza e rispetto nei confronti dei cittadini ammaliati in campagna elettorale da slogan che parlavano di una casa comunale come un Palazzo di vetro. Invece, nessuna opportunità di dialogo nell'indifferenza della maggioranza e tra l’indignazione dei cittadini presenti”.

“Un consiglio comunale - dice Massimiliano Manca di “Volontà popolare” - iniziato all’insegna del bavaglio nei confronti dei sette consiglieri comunali firmatari del documento di sfiducia e conclusosi poi con “minacce” velate tra componenti della stessa maggioranza in disaccordo su tutto tranne che sul “doveroso” voto di fiducia verso il loro Sindaco”. Manca ha poi sottolineato: “Siamo stati testimoni oculari di un declino divenuto oramai cronico, in linea con la lacerazione del tessuto sociale che non ha precedenti”.

“Si amministra per nome e per conto dei cittadini e questi devono essere i primi a conoscere e sapere tutto quello che avviene nella casa comunale”, sostiene il consigliere Marcello Manca di “Città Attiva”. Che poi afferma: “Se non ci fosse stata l’iniziativa delle minoranze, tutto sarebbe rimasto sotto la coltre del silenzio. La scarsa trasparenza è una delle cause della disaffezione dei cittadini verso la casa comunale, disaffezione che il sindaco con il suo silenzio ha irrobustito”.

Le critiche sono giunte anche dalla nuova formazione “Uniamonteroni”, che tra le sue file comprende anche la consigliera di minoranza Mariolina Pizzuto. “Dopo le richieste e lo sconvolgimento generale, l’amministrazione della censura ha “concesso” la possibilità ad un solo capogruppo di esprimersi, obbligando tutti gli altri consiglieri al silenzio”. La portavoce Pizzuto rincara poi la dose: “A nostro avviso, tutto questo è inaccettabile, perché rispecchia un assurdo modo di fare politica, che prende in giro i cittadini ed i suoi rappresentati democraticamente eletti”.

Gli attacchi non sono mancati neanche dalle forze che non siedono in consiglio comunale. Infatti, gli Attivisti di Monteroni5Stelle hanno ritenuto di rimarcare la loro posizione: “Si è assistito ad una pagina alquanto ambigua della politica cittadina”. Specificando poi che “la mozione di sfiducia mossa nei confronti dell’attuale primo cittadino si è conclusa con un nulla di fatto e si è addirittura tentato di imbavagliare il sacrosanto diritto all’espressione democratica”.

I grillini mettono sul piatto alcuni interrogativi: “Che il primo cittadino sia rimasto silente davanti ad un’informazione di garanzia non può essere giustificato dal fatto - scrivono in una nota - che l’autorità giudiziaria abbia disposto l’archiviazione non ravvisando in sede penale ipotesi di reato. Non si comprende poi come mai la nomina dei due legali da parte della giunta, con delibera del 18 dicembre scorso e una spesa di 8mila euro di soldi pubblici, sia successiva di oltre un mese all'archiviazione disposta a novembre. Il procedimento era già definito: che necessità di difesa c’era?”.

Questo, dunque, è il resoconto delle note diramate dalle forze di opposizione. Sul caso del presunto bavaglio non sono pervenuti, al momento, comunicati o prese di posizione dalla maggioranza che guida Palazzo di Città.