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Mozione di sfiducia respinta e bagarre in aula: scontro su trasparenza e indagine archiviata

Il consiglio comunale di Monteroni, che si è svolto martedì pomeriggio, ha rigettato la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione nei confronti della sindaca Angelina Storino: 9 contrari, tra cui il voto dello stesso primo cittadino, 7 favorevoli (i consiglieri firmatari: Volontà Popolare, Città attiva e Gruppo misto) e un astenuto (Tiziana Lezzi).   

Un discussione rovente, tra toni accesi e accuse, che è andata avanti alla presenza del pubblico delle grandi occasioni.

Il documento di sfiducia era stato proposto dalle opposizioni per la poca trasparenza riguardo all’assenza di comunicazione in merito ad un procedimento penale, poi archiviato, che riguardava un amministratore comunale (LEGGI ARTICOLO) per il quale la giunta aveva deliberato la tutela legale dell’ente stanziando 8mila euro per le parcelle dei due avvocati di fiducia.

“L’indagine non ci interessa. La proposta di sfiducia - ha spiegato Lino Guido illustrando la mozione - è per la grave mancanza di comunicazione al Consiglio di un procedimento che riguardava un amministratore nell’esercizio delle sue funzioni. Il problema è questo. È stata concessa la difesa legale del Comune senza nemmeno informare il consiglio. La delibera, senza il nome dell’interessato, è stata pubblicata la vigilia di capodanno. È una questione di metodo. Dove è finita la trasparenza sbandierata nel programma elettorale?”.

La replica dai banchi della maggioranza è stata esposta dal consigliere Vincenzo Toma, che ha specificato: “Non esiste una regola morale sulle tempistiche nella comunicazioneÈ una questione impersonale che riguarda l’ente e che parte dal 2009: cominciata con ricorsi tributari e sfociata in un esposto penale”.

All’attacco anche il capogruppo di “Città attiva”, Marcello Manca“È l’amministrazione del silenzio. Comunicare un’indagine che attiene alla funzioni di un amministratore era un dovere. L’interessato ha protocollato in comune la notifica del provvedimento della procura nell’ottobre scorso. L’incarico ai legali è stato poi deliberato un mese dopo l’archiviazione. E in tutti questi mesi il consiglio non è stato mai informato. La trasparenza non è un optional”.

La sindaca Storino ha poi ripercorso la vicenda che l’ha coinvolta insieme ad altre tre persone. “L’atto della procura si riferisce a questioni che partono dal 31 agosto 2009. Stiamo parlando di un presunto disservizio, nel servizio di raccolta dei rifiuti porta a porta, lamentato da una residente da più di dieci anni. Non ho messo al corrente il consiglio - ha affermato Storino - sia per tutelare la doverosa segretezza dell’indagine, ed evitare l’inquinamento delle prove, sia per la riservatezza delle altre persone tutte coinvolte come atto dovuto al pari della sottoscritta. È inutile strumentalizzare o creare sospetti”.

La bagarre tuttavia si è poi estesa anche alle modalità di svolgimento del confronto e su questioni di regolamento. Non tutti i consiglieri hanno avuto la parola e l’opposizione ha dunque gridato al “bavaglio”.