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I Cinquestelle e la pista ciclabile: ripristinate l'antico muretto della provinciale

Dopo la questione Via Toti ed i rifiuti, gli attivisti pentastellati di Monteroni volgono il loro sguardo ad una pista ciclabile ed al muro di cinta che la percorre. I conci di tufo che prima delimitavano alcune proprietà sarebbero di alto valore storico.

La richiesta avanzata questa volta dai cinque stelle monteronesi all’amministrazione comunale riguarda il “ripristino del muretto originale fatto di conci antichi di valore storico”, lungo la pista ciclabile in costruzione sulla strada provinciale SP 6 Monteroni -Lecce.

Oltre che agli inquilini di Palazzo di Città, Sindaco Storino e maggioranza, gli attivisti dei cinque stelle hanno rivolto la loro istanza anche alla soprintendenza antichità, belle arti e passaggio di Lecce. I pentastellati criticano la “rimozione totale del muro di contenimento che si estendeva dall’ingresso di Monteroni fino al termine della pista ciclabile in costruzione”, di alto valore storico, perché risalente ai “terreni agricoli dei conti Romano, dei Pletti e dei Marchesi dell’Antoglietta in continuità con quelli di Andretta”.

Sul tema si è pronunciato anche il consigliere provinciale Vincenzo Toma, il quale ha sottolineato la natura prettamente tecnica della questione. Infatti, con lo studio già in corso, “bisognerà capire se vi sono particolari vincoli paesaggistici per i conci, oltre alle opere già tutelate, come alcune colonne”. A imporre vincoli di qualunque natura, non deve essere insomma la politica o le amministrazioni, bensì gli uffici preposti a tali valutazioni.

La tutela del paesaggio monteronese viene così legata, dai pentastellati, al rispetto del principio del risparmio di spesa – spending review –, in quanto il posizionamento di nuovi conci di tufo cancellerebbe la storicità lungo la strada provinciale e produrrebbe uno spreco a danno delle casse comunali.

Da una parte la storia e dell’altra il presente, quindi: risparmiare oggi nella costruzione della pista ciclabile sulla SP 6 con il ri-posizionamento degli antichi conci di tufo che delimitavano le residenze storiche della nobiltà leccese, anziché finanziare l’acquisto di nuovi blocchi di tufo senza storia.