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L’addio. Bagno di folla per l’ultima “festa”: “Ciao, mesciu Francu!”

Oltre mille persone hanno accompagnato l’ultimo viaggio di Franco Manca, il 62enne di Monteroni, maestro delle luminarie, che ha perso la vita una settimana fa a Strudà, mentre smontava la paratura delle festa.

Un addio dirompente come il dolore della famiglia e di una comunità intera. Il boato dei fuochi d’artificio, lo scrosciare degli applausi, i palloni aerostatici lanciati al cielo, l’esplosione di coriandoli, le marce allegre della banda, le canzoni di Vasco, Al Bano e Il Volo. Un tripudio di colori, suoni, emozioni e lacrime ha accompagnato il feretro sia durante il corteo che all’uscita della chiesa. “Una festa, non un funerale”, avevano promesso i familiari. E così è stato. Come una di quelle tantissime feste che l’artista delle luminarie abbelliva con le sua maestria.
Le esequie sono state celebrate ieri pomeriggio nella parrocchia del Sacro Cuore. Tra botti pirotecnici, il battimani d’addio e le note festose della banda di Monteroni, la salma - portata a spalle - ha raggiunto la chiesa. Un corteo interminabile, aperto dallo strazio della moglie Marisa, dei figli Lucia e Gabriele, il titolare della ditta: il figlio e allievo ha indossato la maglietta arancione da lavoro con la scritta “Luminarie Manca” stringendo al petto quella del padre.
“Non è il momento della tristezza, né dei sensi di colpa. Non sia turbato il vostro cuore, ma abbiate Fede, ci dice Gesù. E ogni funerale dovrebbe essere una festa perché ci porta all’incontro con Dio. Il ricordo è una promessa: Franco non lo dimenticheremo mai. Un uomo perbene che ora è nel regno dei giusti. Ha lasciato una traccia nel cuore di tutti ed ora con le sue luminarie abbellirà anche il paradiso”, ha detto il parroco don Giuseppe Spedicato durante l’omelia.
Struggente la lettera d’addio dei familiari: un messaggio che una nipote ha letto dall’altare con la voce rotta dall’emozione. “Questo è un giorno strano in cui la tua assenza è la presenza più importante. Eri a disposizione di tutti e la tua bontà smisurata era per chiunque ne avesse bisogno. Eri un lavoratore instancabile e lo dimostra il fatto che hai vissuto lavorando gli ultimi istanti della tua vita. Hai donato anima e corpo a tutto e a tutti, che non avevi nemmeno il tempo per te stesso: stau buenu!, dicevi sempre. Hai fatto mille sacrifici e un immenso amore hai donato alla tua grande famiglia. Grazie per averci insegnato e vivere nell’onestà e per essere stato di esempio ogni giorno: un grande maestro di vita per tutti quelli che hanno incrociato la tua strada. Hai insegnato a guardare avanti con umiltà, altra tua grande dote che ti faceva raggiungere ogni tuo progetto. Una moltitudine di persone ha ammirato le meraviglie che le tue mani sapevano realizzare. Ovunque c’è lo zampino del tuo saper fare. Hai contribuito a rendere migliore la nostra Monteroni. E mai nessuno potrà dimenticarti. Le tue interminabili giornate di lavoro sono finite in un istante, senza un urlo, senza una richiesta di aiuto, una parola. Eri semplicemente un uomo felice di amare la vita. Sempre di buonumore, sempre coerente, sempre lo stesso, sempre leale. E attraverso tanti modi e tanti segni la tua presenza ci aiuterà ad andare avanti. Ora continua a lavorare e a dare il meglio nei giardini del paradiso. Grazie, Mesciu Francu!!”.
Poi il messaggio del sindaco Angelina Storino, a nome di tutto il Consiglio comunale che ha tributato al 62enne un riconoscimento ufficiale: una pergamena in cui si riconosce “Onore al merito dell’artista Franco Manca, genio della creatività”. È il “grazie” istituzionale da parte del Comune. “Un grande uomo, testimone di valori come l’umiltà, il lavoro, l’altruismo, la convivenza civile. Franco ha illuminato il nostro paese, ma anche i nostri occhi e il nostro cuore”, ha scritto il primo cittadino in una lettera inviata alla famiglia.
Fuori dalla chiesa ancora canzoni, note e fuochi. Ogni pallone aerostatico ha una frase di addio. L’ultimo, il più grande, ha impresso la foto di Franco. E dopo che ha preso il volo, prima di addentrarsi nel cielo dipinto di blu, la piazza colma di gente si sbraccia per l’ultimo, lunghissimo e commovente saluto.