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L’ultimo viaggio di Niky tra moto ruggenti e “la sua lezione di vita”

Un lungo serpentone di moto ruggenti: oltre 150 bikers hanno scortato l’ultimo viaggio di Niky Mancarella, che si è spento dopo aver lottato fino all’ultimo come un guerriero contro la talassemia (leggi articolo).

Dolore, applausi e lacrime ai funerali che si sono svolti nella parrocchia del Sacro Cuore di Monteroni. È un rombo di motori di sottofondo a riempiere il vuoto scavato nell’animo di parenti e amici. Un fragore che non appena il feretro oltrepassa la soglia di casa esplode con forza. E trafigge con rabbia la calma piatta di un rovente pomeriggio d’agosto. Quasi un ritornello che il vento spinge lontano, dovunque, inondando case e strade.
Gli amici si sono ritrovati in centinaia, in sella alle loro moto con striscioni e magliette col volto sorridente di Niky. Un “eroe” per come ha sgomitato sin da sempre con la malattia: “col sorriso e con la determinazione di un lottatore”. È questa l’eredità più grande della sua giovane esistenza. E quelli (tantissimi) che lo hanno conosciuto non hanno dubbi: “La sua è una indimenticabile lezione di vita”.
Il cuore di Niky questa volta non ce l’ha fatta a superare l’ennesima e improvvisa insidia dovuta alla sua fragile salute.
Ad accompagnarlo per l’ultimo saluto anche la sua moto e il suo casco. Per lui, quella per le due ruote era una passione vera, non un rischio. Qualcosa da assaporare fino in fondo, non un limite da infrangere. E il rombo di tuono dei motori lo ha seguito da casa in chiesa. E poi fino all’ultima tappa del cimitero.
Sul suo profilo facebook non s’arresta poi la pioggia di sentimenti, ricordi e messaggi struggenti. Niky lascia i genitori, i fratelli, uno stuolo di amici, quelli del suo gruppo “Spider Team”, di cui era presidente, e tutti gli altri “colleghi” bikers con cui immancabilmente in ogni dove condivideva memorial e motoraduni. Anche per questo, oltre che per la sua simpatia e per il suo essere amico di tutti, era conosciuto ben oltre i confini del suo paese.
Intanto, i suoi “compagni di strada” hanno avviato una raccolta fondi da destinare alle associazioni che si impegnano e operano ogni giorno contro la talassemia. La sua comunità piange un esempio di coraggio e di attaccamento alla vita: nonostante convivesse con l’arpia implacabile della sua malattia, Niky ha guardato in faccia il suo destino senza mai nascondere il sorriso.