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Applausi per l’addio a Venerio. Il motociclista chiede perdono

Un dolore composto, ma profondo. Spezzato soltanto da uno struggente battimani di addio. Si sono svolti nel pomeriggio i funerali di Venerio Caione, il 61enne di Monteroni che domenica sera è stato investito e ucciso da una moto a Torre Lapillo (leggi articolo).

L’uomo lascia la moglie, l’anziana madre e quattro figli, il più piccolo di soli 16 anni. Il rito funebre nella Chiesa del Sacro Cuore, a pochi passi dall’abitazione di famiglia di via Monte Nero: in mattinata la salma ha fatto ritorno a casa, dopo aver lasciato la camera mortuaria del Fazzi dove il medico legale Ermenegildo Colosimo ha effettuato un esame esterno del cadavere.
Un continuo cordoglio, tra abbracci e incoraggiamenti, ha cercato di arginare il dolore dei familiari. Un dolore composto, silenzioso ma profondo come il vuoto lasciato dalla vittima. Un dolore raccolto che è esploso con forza quando il feretro è spuntato dalla soglia di casa per l’ultimo viaggio: un fragoroso applauso ha attraversato come una scossa elettrica l’aria stanca e rovente di un pomeriggio estivo. Un gesto semplice e dirompente, l’ultima valvola di sfogo dell’ondata di affetto e solidarietà nei confronti di una persona perbene uccisa da una tragedia assurda. Dall’altare parole di speranza.
Venerio è un giusto. E i giusti sono nella pace di Dio. Si può affrontare questa morte tragica sono nell’ottica della Fede”, ha detto don Giorgio Pastore, parroco dell’Ausiliatrice che ha presieduto le esequie.
Intanto, mentre gli amici e la comunità chiedono giustizia per Venerio, in mattinata - al termine dell’interrogatorio - il gip Vincenzo Brancato ha convalidato gli arresti domiciliari per l’investitore, il 34enne di Porto Cesareo Andrea Scatigna, risultato positivo al drugtest (aveva assunto sostanze stupefacenti tra cui anche cocaina), che era alla guida della Suzuki 600 che domenica sera ha travolto lo sfortunato 61enne di Monteroni. Il 34enne ha chiesto scusa alla famiglia Caione, parlando di una tragedia scaturita da una disattenzione fatale.
Dalla famiglia, chiusa nel dolore quasi a non voler sgualcire il ricordo di Venerio, nessuna voce di rabbia. Sui volti e negli occhi solo il lutto e il dolore di chi ha perso un punto di riferimento, un esempio di vita. Il loro pensiero affidato ad un messaggio semplice e commuovente impresso sui manifesti: “Tu per noi sarai la Stella che cercheremo in ogni Cielo, non dimenticarci mai come noi non dimenticheremo te”, sono le parole di addio della moglie Gina, dei figli Nicola, Marco, Emanuela e Denys, del genero Luciano e della nuora Leila, nonché delle due nipotine Sofia e Martina.