Ecco il “contratto di convivenza”: a Monteroni il primo caso del Salento

Non è più tempo di matrimoni tradizionali. C’è chi, infatti, ha deciso di rottamare le nozze (civili o religiose) scegliendo invece di unirsi in modo diverso, cioè per contratto. Una nuova forma, contemplata dalla legge, per sancire il sogno d’amore tra due persone.

È il caso di una coppia di Monteroni. Lei ha 52 anni, lui 49. E giovedì scorso hanno stipulato un “contratto di convivenza”. Si tratta di una delle prime applicazioni a livello nazionale, la prima in assoluto nella provincia di Lecce, della “Legge Cirinnà” (legge 76/2016) entrata in vigore nello scorso giugno, appena cinque mesi fa. Una legge famosa soprattutto perché istituisce le “unioni civili” tra persone dello stesso sesso. Eppure, tra i vari commi, c’è anche molto altro. La seconda parte della norma, infatti, passata piuttosto in sordina, disciplina le convivenze di fatto anche tra uomo e donna.

Per noi il contratto di convivenza ha rappresentato un’opportunità per dare al nostro rapporto maggiori tutele, alle quali non abbiamo inteso rinunciare”, commentano i due partner che hanno deciso di avvalersi, tra i primi in Italia, della legge Cirinnà. La coppia è stata assistita dall’avvocato matrimonialista Angelo Quarta Rizzato (in foto): l’atto è stato sottoscritto giovedì scorso nel suo studio e il giorno successivo è stato trasmesso all’Ufficio di Stato Civile del Comune di Monteroni per essere trascritto nell’apposito registro.

Il contratto di convivenza completa il riconoscimento giuridico dell’unione affettiva, stabile e sincera della coppia, fondata sulla reciproca assistenza materiale e spirituale”, spiega Quarta Rizzato, esperto del settore e noto per essere stato il pioniere salentino di altre iniziative in materia: ad esempio, il 26 maggio del 2015, giorno di entrata in vigore della legge sul “divorzio breve”, fu lo stesso legale a depositare l’atto, tra i primi in Italia, per la cessazione degli effetti civili del matrimonio di una coppia leccese. Nel 2014, invece, ha scritto la prima “convenzione di negoziazione assistita” in provincia consentendo ad una coppia di giungere in cinque giorni alla separazione.

Ma cosa prevede il “contratto di convivenza” istituito dalla Legge Cirinnà?
Viene stipulato tra due persone dello stesso sesso o di sesso diverso, unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, che coabitano ma che non sono legate da vincoli di parentela, affinità o adozione. Il contratto non ha un limite di durata, non prevede l’obbligo alla fedeltà, né il diritto alla reversibilità, e può essere sciolto in qualsiasi momento per recesso unilaterale, accordo tra le due parti, oppure per il matrimonio o “unione civile” tra i conviventi oppure tra uno dei due e un’altra persona. Ma la legge in questione estende al convivente soprattutto alcuni diritti e poteri sinora prerogativa dei soli coniugi: come, per esempio, il diritto di visita in ospedale o in carcere, di assistenza nonché di accesso alle informazioni personali in caso di malattia o di ricovero del partner. E ancora, in caso di decesso, il diritto di decidere per quanto riguarda la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e i funerali. Nonché il diritto al risarcimento del danno in caso di morte del convivente dovuto ad un fatto illecito. I due partner possono poi adottare il regime patrimoniale della comunione dei beni. Il “contratto” può essere stipulato in poche ore. E con la stessa celerità può essere rescisso. Per regolamentare questo tipo di unione basta sottoscrivere il “contratto” alla presenza di un notaio o di un avvocato e poi inoltrare l’atto al Comune di residenza dei conviventi per la trascrizione in un apposito registro.

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