Le eccellenze. Paolo Frassanito neurochirurgo infantile al “Gemelli”: “La missione è prendersi cura”

A colloquio con una giovane eccellenza monteronese: si chiama Paolo Frassanito ed è neurochirurgo infantile presso il “Gemelli” di Roma. 

Dieci anni di esperienza nel settore, specializzazioni oltreoceano e più di 50 pubblicazioni su riviste scientifiche.

È solo un pezzo del curriculum di Paolo Frassanito, 36 anni, attualmente in servizio al Policlinico “Gemelli” di Roma, dove è dirigente medico di primo livello presso il reparto di Neurochirurgia Infantile. Una vera e propria eccellenza salentina, riconosciuta in Italia e all’estero, quando nel 2011, dopo la laurea magistrale in Medicina e Chirurgia ottenuta all'università Cattolica di Roma (con punteggio 110/110 cum laude), è approdato a Chicago per frequentare la Brain Tumor Clinic e la Spina Bifida Clinica.

L’anno dopo, tornato in Italia, ha conseguito la specializzazione in Neurochirurgia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore con un Dottorato in Neuroscienze conseguito nel 2017 (50/50 cum laude). Attualmente è anche membro del “Web and Communication Committee” dell’ “European Society for Pediatric Neurosurgery”, una commissione che si occupa di comunicazione in campo medico. E alcune delle sue ricerche, inoltre, si trovano tuttora tra i capitoli e le pagine dei testi nazionali ed internazionali di medicina. Un profilo di livello costellato anche dalle numerose partecipazioni ai più importanti congressi internazionali del settore.

Tante esperienze, una sola missione: la medicina a servizio delle persone e soprattutto dei più piccoli.

Una passione maturata proprio durante gli anni di liceo: “Sognavo di fare il medico sin da bambino - racconta il dottore Frassanito - ma la consapevolezza è arrivata nel periodo del liceo classico. La colonna sonora della mia scelta definitiva è stata una canzone di Fabrizio De Andrè: “Un Medico”. Il verso “perché i ciliegi tornassero in fiore” coglie tutta la poesia di questo lavoro-missione”. 

Da questo primo approccio si svilupperà poi la voglia di intraprendere un viaggio alla scoperta dei meccanismi che regolano il nostro sistema nervoso: “Ho iniziato gli studi con una grande passione per l’oncologia, perché i tumori sono il male peggiore del nostro tempo - spiega Frassanito - ma poi sono stato rapito dal fascino della neurochirurgia. Ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada grandi maestri come il professore Di Rocco, uno dei più affermati neurochirurghi pediatri al mondo e mia guida per tanti anni, ed il professore Caldarelli, attuale responsabile del Reparto di Neurochirurgia Pediatrica in cui lavoro, uomo e chirurgo straordinario. Si tratta di figure per me fondamentali”.

La stoffa ed il talento del chirurgo monteronese crescono sin da subito, tanto da richiamare l’attenzione del più antico reparto di neurochirurgia italiano, quello del Policlinico Gemelli di Roma. Un “privilegio”, quello di far parte dello staff medico in qualità di dirigente, che dura dal 2014: “È un grande orgoglio. Essere in questa squadra - continua il chirurgo 36enne - è motivo di grande soddisfazione. Ma allo stesso tempo significa anche grande senso di responsabilità, vista la lunga tradizione di questo reparto. Che quest’anno, tra l’altro, festeggerà i 30 anni dalla sua apertura. Con questo spirito lo staff medico, di cui fanno parte i professori Caldarelli e Tamburrini, il dottor Massimi ed io, insieme allo staff infermieristico, profonde quotidianamente il proprio impegno per garantire il miglior trattamento ai bambini affetti da malformazioni e tumori del cervello e del midollo spinale, che arrivano da ogni parte d’Italia e anche dall’estero”.

E tra i piccoli affidati alla sue cure, anche alcuni bimbi di Monteroni che guarderanno con gioia alla vita grazie anche alle mani amorevoli e sicure di Frassanito. Intanto, lo sguardo è rivolto al futuro. E per curare alcune patologie, c’è ancora molta strada da fare. Per questo è veramente importante dedicarsi alla ricerca: “La grande sfida - ci spiega Frassanito - è quella di comprendere i meccanismi molecolari delle patologie per proporre trattamenti medici “personalizzati”. Il nostro gruppo è particolarmente attivo per quanto riguarda alcuni tipi di tumori cerebrali del bambino, come craniofaringioma e medullobastoma, e malformazioni del cranio (craniostenosi), grazie alla collaborazione con centri Internazionali in Europa e negli Usa. Inoltre, non bisogna dimenticare che la ricerca aiuta anche a migliorare le tecniche chirurgiche. Il primo intervento chirurgico sul cervello è stato eseguito “solo” 116 anni fa e fino a pochi anni fa la mortalità operatoria era inaccettabile. Mentre, ai nostri giorni, operare al cervello è una pratica quotidiana. Con ciò continuiamo a ridurre il rischio di complicanze postoperatorie grazie ai moderni strumenti a nostra disposizione: risonanza magnetica funzionale, trattografia, microscopio operatore, neuronavigazione e altro ancora”.

Per Frassanito, inoltre, il sistema chirurgico italiano non è poi inferiore a quello estero: “Nel 2012 - continua - ho perfezionato i miei studi in Neurochirurgia Pediatrica presso il Children’s Memorial Hospital di Chicago, poi diventato Ann & Robert Lurie Children’s Hospital, dove è nata la neurochirurgia pediatrica con il professore Anthony J. Raimondi. È stata un’esperienza indimenticabile, ma ho anche scoperto che il livello chirurgico e scientifico di molti centri d’eccellenza in Italia non ha nulla da invidiare agli Stati Uniti. Noni dimentichiamoci che in Italia abbiamo la fortuna di avere un sistema sanitario nazionale che garantisce cure gratuite”. E tuttavia, c’è ancora da migliorare: “Nei miei sei mesi in Francia però – sottolinea - ho visto un sistema universitario che investe molto sulla pratica clinica piuttosto che sulla teoria. La preparazione dei medici italiani è ottima ed apprezzata anche all’estero ma il “contatto” quotidiano con il paziente andrebbe migliorato”.

Le esperienze tra Italia, il resto d’Europa e America, hanno indubbiamente portato Frassanito a maturare una visione a tuttotondo della sua delicata professione. Che porta avanti con entusiasmo e passione tutti i giorni, senza lasciare nulla al caso: “Bisogna essere professionisti seri e preparati - conclude - continuando a studiare e mettendosi costantemente in discussione perché le conoscenze mediche, per nostra fortuna, progrediscono continuamente. Ma ciò non basta: per essere un bravo medico bisogna anche stabilire un contatto umano basato sull'empatia e la fiducia con il paziente. È una parte fondamentale per “prendersi cura” e non solo “curare”. Posso dire di compiere pienamente il mio lavoro curando non la patologia ma prendendomi cura di Diego, Lollo, Cristian: bambini a cui sono particolarmente legato e che non potrò mai dimenticare”.

Ed infine, il saluto ai suoi compaesani: “Un abbraccio alla mia famiglia, che da sempre mi sostiene, ed un saluto a tutta la comunità monteronese e salentina. Ogni volta che mi è possibile - dice Paolo Frassanito - torno nella mia terra per sentirmi a casa e ripartire con entusiasmo verso nuove sfide”.

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