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Emozione per le reliquie di Sant’Antonio. Seccia invoca il bene comune e la liberazione dalla xylella

Grande emozione per l’abbraccio della comunità di Monteroni alle reliquie di Sant’Antonio di Padova, da tre secoli e mezzo protettore del paese. Un evento storico per il paese che accoglie per la prima volta nella sua storia le sacre spoglie del Patrono.

Sabato pomeriggio nel piazzale dell’area mercatale l’arrivo del sacro reliquario proveniente dalla Basilica di Padova che resterà nella chiesa madre del paese per i giorni della festa patronale, ovvero fino a martedì mattina quando le spoglie del taumaturgo ripartiranno alla volta del Veneto.

Con un corteo processionale, tra preghiere, occhi ludici e le note della banda, le spoglie hanno raggiunto piazza Falconieri per il solenne pontificale dell’arcivescovo di Lecce, Michele Seccia, che ha stretto al petto le reliquie del Santo Taumaturgo per tutto il tragitto. Si tratta delle stesse reliquie venerate vent’anni fa a Buenos Aires dall’allora arcivescovo e cardinale Jorge Mario Bergoglio e attuale pontefice Papa Francesco. Insieme al presule una folla di monteronesi e pellegrini, l’arciprete don Giuseppe Spedicato e il clero locale, il sindaco Angelina Storino e altri primi cittadini del Salento, la delegazione giunta da Padova con a capo i frati della Basilica veneta e l’assessore alla cooperazione e ai gemellaggi, Francesca Benciolini, i volontari del comitato festa guidati dal presidente Salvatore Quarta e dall’assessore alla cultura Antonio Madaro che hanno portato a spalla il busto del Santo patavino.

“Per Monteroni - ha detto il sindaco Storino - è onore e una gioia senza precedenti ospitare le stesse reliquie di Sant’Antonio venerate in tutto il mondo, anche da suor Lucia di Fatima e da Papa Bergoglio. È una grande emozione per i monteronesi e i pellegrini che potranno pregare sulle spoglie del Santo per raccogliere il testimone dello straordinario esempio di vita del nostro Santo Patrono”.

Un momento di grande emozione e profonda devozione per Monteroni e anche per il Salento, la diocesi di Lecce e lo stesso arcivescovo: infatti, come ha ricordato il parroco don Giuseppe prima della messa, monsignor Seccia è stato miracolato sessant’anni fa da Sant’Antonio - proprio nel giorno del 13 giugno - dopo un delicatissimo intervento chirurgico alla gamba“Sant’Antonio è ormai anche un monteronese. E la vostra è una grande testimonianza di fede. Onorare il Santo protettore però - ha detto Seccia durante l'omelia - significa costruire il bene comune e la giustizia sociale, accogliere gli ultimi, gli emarginati, gli immigrati che vivono anche a Monteroni, fasciare le piaghe dei cuori spezzati, dei giovani, degli ammalati, di chi è senza lavoro. Diversamente, anche la devozione rischia di diventare solo un paravento”. Poi, durante le Preghiere dei fedeli, l'arcivescovo ha chiesto una grazia particolare al Santo patavino: “Sant’Antonio è conosciuto per i suoi miracoli: per questo interceda affinché si possa trovare una soluzione per debellare la xylella che ha messo in ginocchio questa terra”.